Calcio Europa League – Da oggi calcio vero. Basta tarocchi
Roma, 5 agosto 2020 – Archiviato il peggior campionato italiano di Serie A di sempre, mortificato non tanto dal Corona Virus quanto ma dalla interpretazione tutta italiana dell’utilizzo del VAR, da oggi il Calcio torna ad essere una cosa seria con gli Ottavi di Finale dell’Europa League che vede Inter e Roma impegnate rispettivamente contro le spagnole Getafe (stasera alle 21, San Siro) e Siviglia (domani ore 19).
Finalmente si può prendere le distante da un sistema che ha trasformato una partita di calcio in una riffa gestita a piacimento dal ben remunerato gruppetto di arbitri designati per l’occasione.
Se ne sono viste di tutti i colori. Rigori cervellotici assegnati con criteri ogni volta diversi, ma spesso , però, ahimè, favorevoli alle squadre più blasonate.
Il ricorso alla moviola era stato motivato dalla necessità (condivisa in tutti gli sport) di dare risposte tecnologicamente esatte a problematiche dubbie.
Al contrario (e solo in Italia) il sistema arbitrale ha invece introdotto nuove ragioni per giustificare una propria interpretazione.
Un esempio concreto. L’intervento del Var – richiesto dall’arbitro in campo oppure motu proprio – non si limita a documentare il tocco di braccio in area di rigore. Va molto oltre quale stabilire se questo braccio era vicino o lontano dal corpo. Quanto questa distanza dovrebbe essere (misurata in centimetri od angolo) nessuno lo può affermare con certezza o dovrebbe essere l’esito di una ricerca ad hoc di una squadra di tecnici televisivi attrezzata. E, poi, dovrebbero essere espressamente indicati i limiti della regolarità.
Invece, in Italia (e solo in Italia) si procede a lume di naso. E il Campionato di Serie A – che ha visto la Juve aggiudicarsi il suo nono scudetto consecutivo (onore al grande Giorgio Chiellini che li ha vissuti tutti e nove) si è trasformato in una vera e propria roulette russa, in un festival del rigore facile per qualcuno e per qualcuno no.
Addirittura l’11 luglio nella partita decisiva per la conquista dello scudetto a Torino contro l’Atalanta, di rigori la Juventus ne ha ottenuti 2. Entrambi via Var. Il secondo al 90′, quello del 2-2 finale.
Il culmine del festival si è avuto nel finale quando il Napoli si è visto assegnare un calcio di rigore (che ne ha determinato la vittoria) per un non intervento falloso di Parolo su Mertens. Il giocatore laziale era intervenuto in scivolata davanti al partenopeo per intercettare l’eventuale tiro dell’attaccante belga.
Rigore immediato. Arbitro? Var? Non pervenuti. Non si è posto neanche il caso. La tv mostra abbondantemente che il laziale non tocca il pallone con un braccio nè entra in collisione con il belga il quale lamenta , poco convinto, di avere subito un tocco da parte dell’avversario.
La Lazio, così, perde il match importante; si assicura una quarta poltrona che potrebbe non essere sufficiente a garantirsi matematicamente il biglietto per la Champions nel caso che lo stesso Napoli continuasse, sabato sera a Barcellona (ore 21) il proprio cammino vincente verso il titolo e la Roma a Siviglia domani proseguisse la sua marcia verso la corona di Europa League. In teoria entrambi i risultati sono accessibili. Ed il regolamento UEFA ammette alla Champions non più di 5 squadre.
Comunque, il successo sulla Lazio è stato un bel tonico per Il Napoli in crisi alla vigilia del match di Barcellona.
Il comportamento del Var a Napoli, assente per l’occasione, giustifica il ritorno in auge dei famosi “cascatori” di tempi non troppo lontani. Giocatori maestri nel cadere sapientemente in occasioni di contrasto con l’avversario.
Questo Campionato italiano di Serie A fallimentare, va dunque in archivio senza lasciare dietro niente di buono. La gestione italica del Var non è certo servita all’educazione calcistica. Ad indicare ai giovani – ai milioni di calciatori dilettanti e professionisti non appartenenti alla Massima Lega (quella con il Var) ed alle migliaia di arbitri di ogni serie e sesso – come ci si deve comportare in campo per essere in linea con le regole e l’etica.
Insomma esiste un Calcio Top, la Serie A. Ed un altro calcio tutto diverso quello della gente comune. che non ha niente in comune con l’altro.
Non ha lasciato alcun modello, oltre quello della ingiustizia furba che premia chi ha pochissimi meriti e punisce squadre come il Lecce che praticano un calcio divertente anche per chi non è suo tifoso.
Fortunatamente da oggi il calcio in Italia diventa europeo. Inter e Napoli si ritrovano ad affrontare il calcio spagnolo negli ottavi di finale dell’Europa League. Gli arbitri saranno stranieri . E l’intervento del Var sarà regolato in maniera meno cervellotica e più aderente alla natura ed allo spirito del gioco.
La moviola è uno strumento tecnologico che, con discrezione, viene richiamata dall’arbitro in casi dubbi. Non è un giudice supremo che interviene a proposito ed a sproposito.
Ci saranno meno rigori e probabilmente vincerà il migliore. Sperando che sia italiano. Così che il dimissionario ministro dello Sport Vincenzo Spatafora possa riesaminare le proprie posizioni. Al momento il Presidente del Consiglio Conte lo ha “congelato”.
Molti sportivi italiani si augurano che il “ministro” rimanga più a lungo possibile sotto ghiaccio in modo di calmare quei bollenti spiriti al Governo che vorrebbe appropriarsi dello sport italiano.
L’unico settore che da sempre riesce ad andare avanti felicemente, anche nelle peggiori situazioni, quali le pandemie politiche.