Roma, 14 aprile 2019 – Confesso: non ne posso più delle azioni antisportive di Kessie. E non si tratta di un commento da tifoso, perché io (come avrete capito voi che avete la pazienza di leggermi su questo bel giornale sul quale mi onoro di scrivere) non sono né laziale, né milanista. Io sono della Roma, ma davanti ad un gesto altamente antisportivo come quello che ha compiuto il suddetto Kessie, insieme al suo amico Bakayoko, al termine di Milan-Lazio non posso far finta di niente.
Non si scambia la maglia con l’avversario, nella fattispecie Acerbi, per poi andarla a sventolare come un trofeo sotto la proprio curva, stimolando gli istinti più antisportivi che possono esistere nell’animo dei tifosi.
Questi sono un conto, tu sei un professionista e non devi mai fare una cosa del genere. Un conto sono le maglie di sfottò (e ci possono stare) un altro è scambiare la tua maglia con quella di un avversario, professionista come te e poi usare quest’ultima come presa in giro di quello.
No, non si fa e non si deve fare, come non si deve fare la sceneggiata con Biglia quando vieni sostituito nel derby.
Caro Kessie, il calcio professionistico è altro e il Milan, il Giudice Sportivo e tutti gli organi preposti dovrebbero cominciare a fartelo capire. E spero tanto che l’anno prossimo giocherai in un campionato diverso dal nostro, che è regredito nella scala dei valori calcistici continentali anche perché, per mancanza di fondi, non porta più sui nostri campi i campioni di un tempo (Falçao, Platini, Maradona, Gullit, Van Basten, Matthaeus, Rummenigge, Junior, Cerezo e quanti altri ne volete mettere) ma mezze figure come te, spacciate però da grandissimi giocatori.
Ma fateci il piacere! Avrebbe detto il grande Totò.