Roma, 5 settembre 2020 – La striscia di 11 vittorie consecutive dell’Italia di Roberto Mancini si è interrotta questa notte a Firenze per il pareggio 1-1 con la Bosnia nel quadro della prima giornata dell’UEFA Nations League.
È andata bene così, perchè gli azzurri hanno rischiato davvero in questa circostanza, pagando un caro prezzo al Corona Virus ed alla sua gestione: in Bosnia lo sport non si è fermato. In Italia sì .Questa è la realtà dei fatti nuda e cruda, senza esprimere alcun giudizio.
E su questa realtà che va valutata la situazione.
Troppa infatti la differenza di forma fra le sue squadre in campo. Con un grosso punto interrogativo su quello che avrebbe potuto accadere fra due squadre, una perfettamente rodata e l’altra necessariamente abborracciata se non improvvisata.
La Bosnia – capitanata dal romanista non ancora juventino Ermin Dzeko – infatti ha iniziato il proprio massimo campionato da ben sei giornate mentre gli uomini di Mancini rappresentano un coacervo di preparazione assolutamente variegato a seconda delle squadre in cui militano (in Italia od altrove). In linea generale, per loro si è trattato di meri allenamenti. Partite e agonismo: zero!
In Italia, qualcuno reduce da infortuni aveva svolto allenamenti personalizzati, altri come gli interisti, erano reduci dalla meritata vacanza seguita alla disputa della Finale di Europa League di due settimane fa contro il Siviglia.
Ben consapevole della disparità degli stati di forma, Mancini a Coverciano ha impostato squadra e strategia facendo perno sui giocatori interisti Barella, Sensi e Biraghi. Gli altri a girare loro intorno offrendo il massimo di contribuzione possibile a seconda della preparazione “di fondo” e tattica maturata nei rispettivi club, non tecnica perchè la brillantezza si ottiene giocando e tanto!
In campo ieri sera, al Franchi deserto, si è vista una squadra in grado di impegnare i giocatori bosniaci con un ottimo pressing (che è solo corsa e voglia di correre) e di fare circolare la palla più degli avversari, costretti spesso a passarsi la sfera all’indietro.
La manovra azzurra dominava, ma poi non trovava sfoghi a rete per la mancanza di brillantezza al momento dell’ “uno-contro-uno” negli ultimi metri, attributo fondamentale di attaccanti fantasisti come Insigne, Chiesa e di Bellotti incursore.
Giù di tono , in questo senso, per esempio, Lorenzo Pellegrini in insolito ritardo a capire le situazioni ed eseguirle.
Se l’Inter di Antonio Conte non avesse restaurato il proprio parco di giocatori italiani, sarebbe stato davvero un guaio serio per l’ Italia di Mancini. Un impiccio non grave in assoluto, ma momentaneo in chiave partecipazione a questa Uefa Nations League, importantissimo appuntamento europeo che qualifica anche per la prossima Coppa del Mondo in Dubai.
Insomma la sagacia tattica e di scelta di uomini di Mancini nell’inquadrare bene il problema e le soluzioni, accoppiata all’alto valore tecnico agonistico del trio nerazzurro, hanno salvato gli Azzurri da una situazione ingarbugliata prodotta dal Corona Virus ad uso e consumo proprio dell’Italia cui è toccata una Bosnia senza il lockdown.
In particolare è doveroso segnalare come su tutti i 22 in campo (che alla fine sono stati 30) abbia giganteggiato ancora una volta Niccolò Barella in un opera continua per 90 minuti di rottura della manovra avversaria , guida del pressing, rifinitore-regista del gioco. In qualche circostanza, in grado di saltare in dribbling anche più avversari.
Sensi ha coronato la sua talentuosa e continua opera di centrocampista con la rete (coraggiosa come intenzione) del pari siglata dopo 10 minuti dal gol di Dzeko (per i più attenti, viziata da fuori gioco).
Biraghi è stato perfetto nell’opera di copertura ma anche di quella di sostegno e proposizione del gioco a tutto campo.
In stato di buona condizione tecnico-agonistica (naturale) anche Florenzi, reduce dal Valencia che Mancini non dimentica così come l’esperta coppia difensiva formata da Acerbi e Bonucci. Quest’ultimo con qualche solita sbavatura in fase di rilancio.
Italia perciò promossa a pieni voti in questo esordio complicatissimo.
Dopodomani si gioca in Olanda. Anche qui, il Calcio si è fermato ad Aprile. L’Erevisive, massimo campionato, è stato rimandato all’1 settembre.
Si giocherà, dunque, in condizione di parità. L’Italia continuerà a far leva sugli interisti schierandogli attorno una seconda squadra, formata dagli elementi più in forma.
In prima linea, Zaniolo. Il sempre ragazzo della Roma, nei 20 minuti in cui è stato in campo a Firenze, ha mostrato di possedere quel gioco esplosivo necessario per scompaginare difese avversarie ben agguerrite come quella olandese.