Calcio. Nations League. Bravo Mancini!

Italia da sogno

Roma, 16 novembre 2020 – Mai vista un nazionale dell’Italia nella partita Nations League contro la Polonia, così bella, concreta come quella di Roberto Mancini!  Almeno a memoria post-bellica calcistica e televisiva.

Espressione dell’evoluzione tecnico-tecnica del momento del football.

Neanche quella di Città del Messico 1970 di Valcareggi, Rivera e Mazzola del famoso 4-3 sulla Germania in Semifinale e della epica finale persa contro il grande Brasile di Pelè e Garrincha.

Ma nemmeno quella di Bearzot del Mondiale di Barcellona 1982, quella di Pablito Rossi, vinto 3-1 sulla Germania con il Presidente della Repubblica Pertini plaudente in tribuna.

E nemmeno quella di Lippi del 2006 vinta a sorpresa a Berlino contro la Francia ai calci di rigore; con tanto di testata a Materazzi dell’indispettito Zinedine Zidane.

Siamo ad un eccesso di esaltazione per una semplice vittoria 2-0 su una compagine che non è sul tetto del mondo calcistico? Nel bel mezzo di una Pandemia?

Tutt’altro! Siamo di fronte ad una semplice constatazione di fatti incontrovertibili davanti agli occhi di tutti.

Superando la Polonia a Reggio Emila,  l’Italmancini non ha soltanto messo il cappello sul proprio Girone 1 di Nations League – con quello che ne consegue- , ma ha anche messo definitivamente a punto l’Itacalcio che si prefiggeva.

Ovvero non un blocco di giocatori espressioni di varie squadre – tipo Inter, Sassuolo, Lazio – ma un mosaico dei migliori talenti pescati ovunque fossero, anche in Germania.

LA NUOVA FORMAZIONE
Si pensava impresa impossibile fare questa operazione nel poco tempo ed occasioni disponibili per amalgamare questo insieme.

Invece Mancini c’è riuscito dall’alto della sua sapienza calcistica.

Quella vista in azione ieri sera a Reggio Emilia è, infatti una squadra in grado, quasi a memoria, di esprimere il meglio del calcio di ultima generazione.

Contro una Polonia per niente arrendevole, ruvida che picchiava anche duro senza tanti complimenti, il CT ha proposto il pressing aggressivo esemplarmente guidato da Barella.

Un bavaglio corale di 10 azzurri che non ha concesso all’avversario l’occasione di un solo tiro indirizzato verso le braccia di Donnarumma. .

Una squadra che si assicura l’80 per cento di un possesso palla che non utilizza una stucchevole quanto inutile, melina per linee orizzontale, destinata soltanto a riposizionare l’avversario.

Al contrario mira a bandarlo attaccandolo ferocemente da ogni direzione e spesso a grande velocità .
Questa Italia moderna è una equipe equilibrata e simmetrica che ama il calcio e sa trattare il pallone. Con uomini giusti al posto giusto, distribuiti sulla scacchiera in modo da essere presenti in ogni zona del campo sia necessario.

Difensori duttili che sanno e vogliono impostare: fare da raccordo con gli altri reparti. Con una coppia di difensori centrali tecnici e pieni di iniziativa.

Uno giovanissimo, Bastoni. L’altro esperto, Acerbi.

All’esterno due elementi in grado di difendere, ma soprattutto pronti a trasformarsi in costruttori e rifinitori: Florenzi ed Emerson.

Il reparto forse più bello e completo è il centrocampo: cabina di regia e di interdizioni. Giorginho, Barella e Locatelli sono maestri in tutto, con piedi buonissimi, visione di gioco ed agonismo. Decisivi sempre.

Al loro fianco, sulle fasce, Mancini mette a destra il mancino Bernardeschi perchè possa, alla bisogna , convergere e tirare con il proprio piede preferito, il sinistro.

Proprio come ha fatto Berardi, quando lo ha sostituito, in occasione della rete del 2-0.

Stesso discorso sulla fascia sinistra per Insigne.
La rete, annullata – per interferenza di posizione di Bellotti sul portiere – è stato un capolavoro corale e personale del generoso napoletano.

I due esterni avanzati sono gli elementi chiamati all’impegno più estremo.
Per primi, devono pressare il difensore avversario in possesso palla, per diventare, poi, il punto di raccordo decisivo per arrivare alla rete avversaria.
Quindi, ancora essere pronti a supportare la difesa e l’interdizione.
Ci vuole: classe, tecnica, abnegazione, umiltà e generosità. Il consumo energetico e mentale, è enorme.
Mancini sta ottenendo il massimo da chi sta impiegando.

L’Italia guida il suo Girone di Nations League.

Se mercoledì batte a Sarajevo la Bosnia, cenerentola del Torneo, i giochi sono fatti e sarà sede anche della Finalissima europea nel 2021.

 

 

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