Roma, 3 marzo 2020 – Nel calcio italiano la confusione da coronavirus regna sovrana.
Là dove domenica sera Juventus-Inter non si poteva giocare (neanche a porte chiuse), si potrà giocare – ma a porte semi-chiuse (o socchiuse: fate voi) -, Juventus-Milan di mercoledì 4 marzo, per la semifinale di ritorno della Coppa Italia. Allo Stadium, però, non potranno entrare i residenti in Lombardia, Veneto ed Emilia e chi vive in provincia di Savona e di Pesaro-Urbino. Siano essi tifosi della Juve o del Milan, ovviamente.
A Napoli, invece, giovedì 5 marzo ci saranno quasi cinquantamila spettatori per la semifinale di ritorno tra gli azzurri e l’Inter. Perché al di sotto della linea gotica il coronavirus fa meno paura che al di sopra.
E ancora: domani la Lega Calcio dovrebbe ratificare la proposta di far giocare le sei partite della scorsa giornata di campionato che sono state rinviate nel prossimo fine settimana, con il conseguente slittamento dell’intera giornata che si sarebbe dovuta giocare tra il 7 e l’8 marzo al fine settimana seguente. E così via fino al 13 maggio, quando si disputerà un turno infrasettimanale per permettere, poi, al campionato di chiudersi il 24 maggio, come era previsto.
La finale di Coppa Italia, fissata per il 13 maggio, verrà invece spostata in altra data.
Insomma, un guazzabuglio determinato da una situazione imprevista e imprevedibile come quella creata dal coronavirus, che sta mandando in tilt le nostre vite e le nostre nazioni, troppo affidate alla programmazione in tutti i loro campi. Produttivo, economico, ludico e finanche sentimentale.
Nel settore del calcio, che in Italia è da sempre governato come viene e come fa più comodo alle tasche di ognuno dei suoi protagonisti, gli imprevisti come questo non si riescono a gestire facilmente perché oggi i calendari sono intasati da partite inutili e campionati troppo lunghi (quando si tornerà alle sedici squadre e conseguenti trenta giornate sarà sempre troppo tardi).
La soluzione più logica, nella situazione illogica in cui ci troviamo, è far slittare tutte le giornate di un turno e di giocare tutte le partite a porte chiuse. Come stanno pensando di fare in Inghilterra con la Premier.
In questo momento le porte socchiuse di Juventus-Milan sono un’ulteriore insulto al buon senso e all’intelligenza. Anche perché oggi non è più come trenta anni fa, quando per vedere una partita dovevi per forza andare allo stadio. Oggi per godertela, anche se sei in quarantena, puoi stare tranquillamente seduto sul divano di casa tua, perché così hanno voluto i signori del football e delle televisioni.
Dunque, che problema c’è a giocare senza pubblico?
È meno bello, direte voi.
Ma è quello che si è voluto quando si è cominciato a spezzettare le singole giornate di campionato in più turni e a trasmettere tutto il giocato possibile e immaginabile in Tv.
Poi non si può giocare a porte chiuse quando c’è il coronavirus. Ma fateci il piacere, va!!!