Roma, 7 ottobre 2020 – Passione, attaccamento, entusiasmo. Sentimenti che sono stati scatenati nei romanisti dal ritorno di Smalling alla Roma.
Un’empatia giallorossa tra lui e i tifosi, che è nata nei giorni di mercato grazie all’attaccamento che Smalling ha dimostrato per la squadra della Capitale.
Un’empatia rafforzata dal rifiuto opposto da Smalling ad accettare il trasferimento ad ogni squadra diversa da quella giallorossa.
E la ferma volontà di Smalling di giocare solo con la Roma è stata determinante per il suo ritorno nella Capitale.
Così, quando Smalling è arrivato a Ciampino, dove si è presentato già con la tuta della Roma e la mascherina ufficiale della società, c’erano molti romanisti ad accoglierlo.
Come era giusto che fosse, perché il calcio vive proprio di questi affetti tra i tifosi e i loro campioni, senza i quali è destinato a crollare.
E ora molti tifosi giallorossi lo vorrebbero anche capitano proprio per l’attaccamento che Smalling ha dimostrato di avere verso la loro squadra. Un attaccamento dal sapore di calcio antico.
Quello che era più sentimentale del calcio dei nostri tempi e nel quale c’erano campioni che svolgevano l’intera carriera in un solo club.
Motivo per il quale, alla fine, gli stessi tifosi si identificavano in loro.
Pensiamo a Rivera e Mazzola, ad esempio. O a Bruno Conti, Giannini, Losi, Santarini, Di Bartolomei, Totti e De Rossi. Tanto per restare alla Roma.
Come hanno fatto loro, anche Smalling, quando scenderà in campo con la maglia giallorossa, lo farà con passione e sentimento.
Cose che i tifosi giallorossi apprezzano tantissimo. Perché da sempre si affezionano di più a quelli come Smalling che a campioni che vivono la Roma solo come una tappa di passaggio della carriera.
Per Smalling la Roma è un punto di arrivo. Per questo i tifosi giallorossi saranno orgogliosi di vederlo giocare con la loro squadra.
Dopo anni di de-romanizzazione e di continui attacchi ai sentimenti della tifoseria, finalmente, grazie a Smalling, si ricomincia a creare un po’ di empatia giallorossa tra i calciatori e quest’ultima.
Un’empatia che è stata sempre alla base dei successi passati della squadra e della quale il club non può fare a meno.