Calcio-mercato, che incubo!

Roma, 1 settembre 2017 – Finalmente il calcio-mercato si è chiuso. Alle 23 del 31 agosto, dopo 180 giorni, il più grande carrozzone mediatico del football europeo ha detto stop alle trattative, che quest’anno hanno portato ad un impressionante giro di milioni di euro alla faccia della crisi. Un mercato spesso virtuale che latita, vivacchia, per giorni e giorni e poi, come morso da una tarantola, si scatena nelle ultime ore portando a termine, a volte, transazioni virtuali, se non SOLO operazioni contabili. Senza parlare del fatto che chiudere le operazioni dopo due giornate di campionato non ha davvero senso, tanto che per il futuro si chiede di terminare il calcio-mercato il 31 luglio anziché il 31 agosto (e mai decisione sarebbe più saggia).

Il rettangolo verde, come al solito, sarà il giudice inappellabile per la bontà degli affari conclusi ed è giusto concedere un periodo di ambientamento, sia tecnico che di affiatamento, ai protagonisti della fiera; però a caldo consentiteci qualche considerazione.

In chiave Lazio sono partiti Biglia, Keita, Hoedt, Cataldi oltre al definitivo riscatto di Berisha dall’Atalanta e sono arrivati Leiva, Nani, Di Gennaro, Marusic, Caicedo. Nell’operazione post-Keita, oltre a Nani, sono arrivati due baldi giovanotti, tali Bruno Jordao e Pedro Neto rispettivamente di 19 e 17 anni. La cosa singolare è che nel giro di poche ore la transazione col Monaco per Keita, che ha portato alla Lazio più di 30 milioni di euro, è stata quasi del tutto reinvestita con valutazioni sui due ragazzotti ex-Braga, senza nessuna presenza nella serie A portoghese,  di circa 25 milioni (!), mentre per Nani, ex talento dello United di qualche anno fa, il costo è stato di un prestito con diritto di riscatto tra un anno a 8 milioni. Per carità magari i due giovani esploderanno come Cristiano Ronaldo però una valutazione del genere… E poi dobbiamo augurarci che Nani stia bene fisicamente, alla soglia dei 31 anni, per dare una mano al reparto d’attacco. L’aspetto positivo di questa campagna è stato l’atteggiamento, la fermezza, di Simone Inzaghi che ha preteso il rafforzamento della rosa nell’ottica di una stagione molto intensa. Il tecnico aveva chiesto dei ritocchi, in più, su un telaio discreto come quello dello scorso campionato ed a malapena gli hanno sostituito i partenti con dei nuovi arrivi. Gli è andata bene se pensiamo agli immobilismi dei tempi di Reja, Petkovic e Pioli…

Le perplessità sono relative all’atteggiamento del presidente Lotito, che in vari momenti della sua gestione ha sempre avuto un rapporto conflittuale con i vari procuratori denunciandone il ruolo e le rispettive commissioni come una negatività del sistema calcio, ricevendone, recentemente, una dura reazione dalla loro Associazione, salvo poi consegnarsi completamente nelle mani di Mendes, insieme a Rajola boss incontrastato del mercato, per risolvere determinati problemi.

Dal lato della Roma, invece, notiamo un certo intasamento in attacco (ai vari Perotti, Dzeko, El Shaarawy si sono aggiunti Defrel, Under e Schick, forse pagato più del dovuto) e una mancanza grave in difesa. Il difensore centrale veloce, che per il gioco di Di Francesco serve come il pane, non è arrivato. Di quelli in rosa (Manolas, Fazio, Moreno, Juan Jesus e lo stesso Castan, che è sempre a Trigoria) il più veloce sembra Juan Jesus, che però è anche il meno dotato. Impressioni: la Roma segnerà molto, ma subirà altrettanto e alla fine la differenza tra reti fatte e subite sarà determinante per la sua posizione in classifica.

Quanto alle altre la Juve si è rinforzata e appare ancora la favorita numero uno (anche se la perdita di Bonucci si farà sentire), il Napoli è rimasto lo stesso e per questo dà molte garanzie nella corsa allo scudetto. Il Milan ha fatto la rivoluzione, ma tra i tanti acquisti roboanti, forse, il migliore che ha trovato è il giovane Cutrone, uscito dalla Primavera e sempre in gol, con la frequenza di un bomber veterano. L’Inter è ancora indecifrabile. Ha vinto solo per fortuna in casa della Roma, ma gli arrivi di Vecino e soprattutto Borja Valero danno sostanza al centrocampo.

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