Roma, 17 novembre – Come può rispondere il calcio alla follia di chi vuole solo uccidere persone innocenti, magari dentro a uno stadio? Forse come ha pensato la Federazione inglese in occasione dell’amichevole Inghilterra-Francia che si giocherà stasera a Wembley, mitico tempio pagano dello sport più amato e seguito del mondo.
Cantando tutti insieme l’inno della nazione ferita, di quella Francia che ha deciso di giocare comunque a Londra perché la vita deve continuare normalmente per non dargliela vinta.
Cantare tutti insieme, inglesi e francesi, quella Marsigliese che è uno degli inni più belli alla libertà. Farlo seguendo le parole che scorrono sui maxi-schermi dello stadio, magari cantandola con un accento un po’ british, ma con il cuore. Perché in questo momento le divisioni nazionali e politiche non devono esistere, per presentarsi tutti compatti contro chi vuole mandare all’aria il nostro modello di società, che garantisce all’Europa la pace da settant’anni. Cantare la Marsigliese insieme e poi anche l’inno inglese, in uno Wembley colorato di bianco, rosso e blu in omaggio a chi non c’è più e al cuore ferito d’Europa.