Champions League: pareggiano Atalanta-Ajax 2-2 e Bruges Lazio 1-1 mentre a
a Torino, per Juventus-Barcellona, una Juve da rifare.
BARCELLONA-JUVENTUS
Andrea Pirlo schiera in campo undici giocatori molto dotati tecnicamente ed atleticamente.
L’idea, per intendersi, è proporre undici Cristiano Ronaldo. Le ultime Juventus , anche quella di ieri sera contro il Barcellona, appaiono costruite proprio con questo intento.
Il problema emerso sul campo però è che invece Pirlo ha dovuto accontentarsi di avere undici discreti atleti che, però, con il pallone vero, hanno poca dimestichezza.
Forse l’hanno avuto anni fa, come l’ex nazionale brasiliano Danilo, rimasto buon atleta ma quanto a dimestichezza con la sfera, non se ne parla proprio!
Però è pratico della difesa a tre! Ma questo certamente non basta!
Come basta ancora di meno schierare come difensore destro l’ex Sassuolo Merik, turco di 1,90 che con la sfera ci litiga.
La difesa si completa con in mezzo Bonucci che, non avendo riferimenti, preferisce saltare il centro campo per tentare lanci lunghi in area avversaria.
Anche i più convinti sostenitori di Pirlo si domandano come mai egli stia optando per questi giocatori senza basi tecniche.
Forse nel miraggio di realizzare una squadra costruita come in Inghilterra o in Germania.
Questi osservatori devono arrendersi di fronte alla constatazione che Pirlo forse non ci azzecca.
È diverso dai Mancini e dai Conte – supercampioni diventati allenatori, infallibili nell’individuare la sostanza autentica dei giocatori.
JUVENTUS, RESPONSABILITÀ?
Sorge anche l’interrogativo, se sia anche sua la responsabilità di averli ingaggiati.
Per esempio Kulusewski, abile ad inquadrare la porta -avendone avuto permesso dall’avversario – ma normalmente sempre in ritardo sul pallone da giocare.
Bentancour e il francese Rabiot, hanno la fisicità per farsi sentire a centrocampo, ma non sono in grado di produrre un gran che.
I due, non producono nemmeno proiezioni offensive per assistere le punte nell’area avversaria.
Unico uomo che corrisponde alle idee di Pirlo, è Chiesa ma non per la propria fisicità ma per l’impegno agonistico.
Così come Dybala , obbligato a tirare la carretta per coprire le scarsezze che lo circondano. Morata sta recitando al meglio la parte dell’alter di Ronaldo, mettendoci sempre anima e corpo.
A reggere la baracca bianconera, fino a farle sfiorare il pareggio è stato praticamente il solo Cuadrado.
Cuadrado che fino di un paio di partite fa doveva stare fuori poter lasciare spazio a Demiral.
Perchè? Ragioni di possanza fisica? Ipotesi che regge!
Quanto a Morata (e Cuadrado) non fosse stato per l’arbitro olandese Makkelie, avrebbe anche realizzato tre belle reti.
Reti che, purtroppo, anche se per millimetri, andavano tutte annullate. Sono le regole!
Sono questi i fatti e le considerazioni della sconfitta di Pirlo contro un Barcellona guidato da un Messi al vertice dell’impegno, anche agonistico.
Una grande squadra in difficoltà per la Pandemia che sta sconvolgendo il calendario della League.
Contro i blu grana, la sconfitta ci può stare. La squadra prodotta da Pirlo potrebbe essere stata influenzata dalle preoccupazioni del momento.
Un disegno tattico che Pirlo deve abbandonare al più presto, piuttosto che diventare progetto concreto.
Si vedrà sabato in quel di La Spezia, dove per la Juve non dovrebbe essere necessario ricorrere alle barricate.
BRUGES-LAZIO, IL CASO PATRIC
Chi, piuttosto sembra aver imboccata una strada senza ritorno in fatto di scelta di giocatori è Simone Inzaghi.
Il tecnico biancoceleste è assai bravo a mettere su una squadra competitiva a Bruges privo dei suoi “assi” Immobile, Milinkovic, Luis Alberto.
Simone Inzaghi però non riesce a fare a meno di mantenere, come ospiti fissi, il difensore Patric e l’attaccante Caicedo.
Passi per il secondo in situazione di emergenza; comunque attivo e non pericoloso per la propria porta
Patric dopo aver causato le ultime debacle laziali in giro per l’Italia, è riuscito anche a guastare la bella partita della Lazio in Coppa.
La Lazio era in vantaggio netto per la rete del ritrovato Correa.
Al 40′ del primo tempo, su un innocuo calcio d’angolo, Patric decide che il modo migliore per marcare un avversario è quello di impedirgli di muoversi.
Il laziale lo fa al 40′ con Ritsu, prima abbracciandolo in un placcaggio e quindi trascinandolo al suolo. Il rigore dell’1-1.
L’arbitro non lo espelle. Finalmente, nella ripresa Inzaghi lo lascia negli spogliatoi senza alcuna nostalgia per i tifosi che sentono la qualificazione ormai in tasca.
A COME ATALANTA-AJAX
A tenere su le sorti del calcio italiano in Champions è stata ancora una volta l’Atalanta, guidata da Gasperini le cui imprese non finiscono davvero mai.
Il match della giornata la poneva contro il suo alter-ego tecnico-tattico, la formazione dell’Ajax depositario della grande eredità del calcio totale olandese.
Una squadra come Pirlo vorrebbe la Juve, undici atleti che mediamente sanno giocare un nobile calcio agonistico.
Il modulo? Quello del calcio totale importato da Cruyff a Barcellona. E quì portato alla sua massima espressione da Guardiola.
Sarri ne ha assorbito qualcosa. Gasperini a Bergamo ci ha costruito una grande squadra composta da ottimi giocatori che parlano una medesima lingua.
Bene, nel primo tempo l’Ajax ha totalmente frastornato l’Atalanta investendola nelle sue folate offensive e tagliandole le ali con un pressing micidiale.
Gasperini, sempre coerente, ha schierato il convalescente Ilicic nonostante le incertezze dello sloveno.
Dopo 45 minuti l’Atalanta era sotto di due a zero. E tutto lasciava prevedere il peggio.
Ma con la Dea, mai dire mai. La fiducia accordata ad Ilicic cominciava a dare frutti.
Attorno, Gomez guidava la marcia e soprattutto dal mazzo usciva prepotentemente la rosa nera di Duvan Zapata.
È frequente in Italia ( e non solo) il ricorso come di punta centrale ad un “omone” di colore ben fornito di muscoli.
Una vera e propria moda, una sorta di panzer attorno al quale ruotare le offensive.
Duvan Zapata , alla scuola di Gasperini ha compiuto grandi progressi nella gestione dei propri mezzi e della propria forza agonistica.
È diventato progressivamente, un giocatore tecnico alto 1,86 m. per 86 chili.
Al 90’, su assist fantastico di Gomez, Zapata si eleva e con spaventosa potenza, fiondata in rete per il 2-2!
Dopo il 45′ nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato su un pareggio.
Invece A come Atalanta-Ajax non ha deluso alcuna aspettativa per regalare un graditissimo pareggio a tutti: protagonisti e pubblico TV.