Roma, 14 aprile – Il primo derby cinese della storia del calcio italiano si presenta alla grande: 78.238 spettatori sugli spalti per un incasso di 4 milioni e 200mila euro che è il record assoluto del nostro calcio; partita teletrasmessa in tutto il mondo e coreografie da sballo. Una cornice fantastica per un quadro all’altezza, anche se di errori tecnici se ne vedono molti, sia sull’uno che sull’altro fronte. L’Inter segna nel primo tempo con Candreva e Icardi, poi prova ad amministrare la gara per gran parte della ripresa, ma all’83’ prende il gol di Romagnoli e va in ansia nel finale, tanto che al 92’ subisce il 2-2 di Zapata su azione d’angolo. Così il 166mo derby di campionato finisce come quello dell’andata e i patron cinesi in tribuna fanno pari e patta, anche se, per come si era messa, quelli rossoneri esultano e quelli nerazzurri no, visto che l’Inter aveva avuto la partita in mano per gran parte del suo svolgimento, almeno fino al gol di Romagnoli. Zapata ha impedito all’Inter di replicare il successo che aveva ottenuto nell’ormai lontano 1997 (3-1), nell’unico precedente in cui il Milan aveva giocato il derby in maglia bianca come oggi. Un’esigenza dovuta all’attuale maglia rossonera, che è più nera che rossa (ah, i geni del marketing) e si confonde con quella dell’Inter.
Cosa che nel derby di andata aveva generato molta confusione. Ma soprattutto il 2-2 di Zapata impedisce ai nerazzurri di sorpassare il Milan in classifica e nella corsa ad un posto in Europa League. In attesa dei massicci investimenti cinesi per riportare le due squadre sul tetto del mondo (ma sarà vero?) bisogna accontentarsi del traguardo minimo, sia dal lato nerazzurro che su quello rossonero.