Roma, 1 gennaio – Se Pirandello scriveva dei suoi sei personaggi in cerca d’autore noi, molto più comuni giornalisti, ci limitiamo a parlare delle cinque squadre per un titolo del nostro massimo campionato, che ripartirà il 6 gennaio (a parte l’anticipo del 5 sera Genoa-Sampdoria). Ecco, a nostro giudizio, pregi e difetti delle formazioni in corsa, elencate rigorosamente in ordine di punti e classifica.
Inter, 36 punti – Ha la difesa migliore del torneo grazie ad Handanovic (finora stagione eccellente, la sua) e la doppia “M” Miranda-Murillo. Già questo è garanzia di successo, perché storicamente in Italia vince chi prende meno gol, non chi ne segna di più. A Mancini, però, manca un uomo-squadra (o regista che dir si voglia), perché quel centrocampo troppo caldo e muscolare composto da Melo (soggetto a mattane) e Medel ala lunga pesa, tanto che il gioco spesso non c’è e si va avanti grazie all’estro dei trequartisti, che a volte manca. Forse anche per questo Mancini cambia troppo spesso formazione, anche se l’Inter ha avuto continuità e personalità. Per diventare campione d’inverno deve superare la trasferta a Empoli e il Sassuolo in casa
Fiorentina, 35 punti – E’ tenuta in piedi dai gol di Kalinic e dalle belle giocate del talentuoso Bernardeschi, nonché dall’assetto agile e spettacolare che le ha dato Paulo Sousa. Ma manca qualità in panchina e nei ricambi, nonché personalità negli scontri diretti con le grandi, tutti persi ad eccezione di quello con l’Inter. Bella di sicuro, ma anche un po’ impossibile. Per questo non la vediamo campione.
Napoli, 35 punti – Ha Higuain in stato di grazia (16 gol in 17 gare) e tanto basterebbe. Ma il “Pipita” è anche ben supportato da Insigne, Hamsik e da una squadra che (merito di Sarri) gioca a memoria, anche perché l’allenatore la schiera sempre con la stessa formazione, proprio come si faceva una volta, quando c’erano i numeri dall’1 all’11 e tutti conoscevano a memoria le formazioni delle singole squadre. Per quest’ l’intesa è eccezionale. I campani, però, hanno dimostrato di soffrire troppo le squadre chiuse a riccio (Napoli-Roma docet) e questo, alla lunga, può essere un limite. Per il titolo d’inverno hanno il calendario migliore: Torino in casa e Frosinone fuori.
Juventus, 33 punti – Ha recuperato 8 degli 11 punti dalla vetta che aveva dopo un inizio disastroso ed è reduce da una striscia di 7 vittorie di fila. Merito di Allegri, che ha raddrizzato la barca dando il timone a Marchisio e della difesa, che è tornata attenta e quasi insuperabile. Mandzukic, Dybala e Pogba hanno cominciato a carburare e la Juve tutta sembra aver recuperato l’abituale grinta e voglia di vincere sempre e comunque. Alla ripresa Verona in casa e Sampdoria fuori
Roma, 32 punti – E’ una squadra in crisi di gioco, fiducia, forma e risultati. Prima prendeva sempre gol e segnava molto, poi ha migliorato l’assetto difensivo ma ha smesso di avere schemi offensivi, anche perché ha perso insieme per infortunio le frecce Salahe Gervinho. Garcia, però, ha dimostrato di non avere schemi offensivi alternativi e Dzeko (che sarà fermo per due turni per squalifica) è sfruttato malissimo. Poi deve far pace con i tifosi, che l’hanno lasciata sempre più sola. E in nessun altro posto come a Roma le difficoltà ambientali pesano eccome. Eppure è a soli quattro punti dalla vetta e alla ripresa avrà il Chievo in trasferta (ma senza Pjanic, Nainggolan e Dzeko squalificati) e il Milan all’Olimpico