Roma, 22 gennaio – Come ogni anno, Deloitte ha pubblicato la Football Money League, un’inchiesta che analizza gli introiti dei club europei di calcio. E, come spesso è accaduto nelle ultime stagioni, non ci sono notizie incoraggianti per le maggiori realtà italiane, sempre più tagliate fuori dall’elite continentale. La squadra più ricca al mondo resta il Real Madrid, che aumenta di 30,6 milioni di euro i propri introiti e tocca i 549,5 nella stagione 2013-14. La vera notizia della top 5 è il crollo del Barcellona, che pur aumentando di 2 milioni di euro il proprio ricavato slitta dal secondo al quarto posto. Torna a salire il Manchester United (dal quarto al secondo, con 94,2 milioni di euro di introiti in più), mentre il Bayern Monaco resta fermo in terza piazza nonostante un aumento di 56.3 milioni. Tutte le altre posizioni, dalla quinta del PSG fino all’ottava dell’Arsenal sono confermate.
Tra le italiane perde una posizione la Juventus, che ha guadagnato soltanto 7 milioni di euro in più rispetto al 2012-13 ed è dunque stata scavalcata dal Liverpool (+65,3 milioni) al nono posto. Il Milan perde 13,8 milioni di euro e passa dal decimo al tredicesimo posto, uscendo per la prima volta dalla top ten e, calcolando la mancata partecipazione all’attuale Champions League (stimato in una perdita di almeno 30 milioni di euro), nel 2016 i rossoneri rischiano di finire intorno alla sedicesima posizione. Non va tanto meglio all’Inter, che perde soltanto mezzo milione di euro ma scende dal quindicesimo al diciassettesimo posto, mentre il Napoli rientra in classifica e si piazza sedicesimo con 164,8 milioni di euro di introiti. La Roma, che nel 2014 era diciannovesima con 124,4 milioni, esce dalla top 20 (ora è ventiquattresima). Non per una perdita nei propri ricavi (ha guadagnato 3 milioni di euro), ma per un aumento minore rispetto alla concorrenza.
Per capire quali siano i mali economici del nostro calcio è molto utile il riepilogo proposto da Deloitte sulla crescita dei maggiori club negli ultimi dieci anni. La Juventus ha guadagnato 64 milioni di euro (+29%), mentre la prima posizione in classifica è aumentata di 291 (+112%). Le sorti delle nostre società sono ancora legate a doppia mandata ai diritti televisivi e dai ricavi derivati dalla partecipazione alla Champions League. E, in Serie A, è impossibile assistere a evoluzioni come quella del Manchester United. Gli inglesi, nonostante un 2013-14 calcistico che è coinciso con il peggior piazzamento in classifica dell’ultimo ventennio, hanno aumentato gli introiti del 24% grazie a una serie di accordi commerciali in Cina, Corea del Sud e Nigeria. E non è finita, perché nel 2016 risulteranno anche i soldi fruttati dall’accordo settennale con la Chevrolet e dal 2017 quelli del decennale siglato con Adidas (più di 800 milioni di euro complessivi). Senza dimenticare che i nuovi accordi per la distribuzione dei diritti tv hanno fruttato parecchio a tutte le squadre della Premier League. E che, con 14 club presenti nella top 30, il campionato inglese ha raggiunto un nuovo record.