Roma, 28 agosto 2023.
Arbitri, abbiamo un problema!
Il clamoroso rigore negato al Bologna in casa della Juventus ha evidenziato ancora una volta la pochezza della classe arbitrale.
E preferiamo non aggiungere altro.
Perché quel fallo era talmente evidente che nessuno riesce a capire perché il bello Di Bello non abbia concesso subito il penalty sul campo.
Né tantomeno si riesce a capire perché il suo collega al VAR non lo abbia richiamato a vedere il tutto, tanto era clamorosa la sua decisione sbagliata.
Il rigore avrebbe potuto portare il Bologna sul 2-0 e avrebbe sicuramente lasciato la Juve in dieci per la conseguente espulsione di Iling Jr.
Invece niente, tutto è proseguito nel silenzio generale, alla faccia delle regole, del buon senso e della credibilità del campionato.
Che è la cosa più grave, perché questo modo di fare degli arbitri porta i tifosi ad allontanarsi dal calcio.
Soprattutto i più giovani, che nell’era della tecnologia non hanno voglia di farsi prendere per i fondelli da chi, invece, dovrebbe garantire il rispetto delle regole.
Indipendentemente da chi se ne avvantaggia.
E il problema non è solo italiano.
Ricordate l’arbitro inglese Taylor che fece perdere la finale dell’Europa League alla Roma con le sue decisioni scellerate tutte pro Siviglia?
In Inghilterra non ne indovina più una ed è contestato ad ogni partita.
E abbiamo il VAR, la tecnologia, che tutto doveva risolvere.
Ma se poi non la si usa che ce l’abbiamo a fare?
O, peggio, se ci si va una volta si e un’altra no si spinge la gente a pensar male …