Roma, 14 giugno 2017– È curioso che accada tutto nello stesso giorno e a pochi minuti di distanza. Ma la vita è questa e tante cose accadono anche senza farlo apposta.
Così ci troviamo di fronte alle due conferenze stampa dei nuovi allenatori di Inter e Roma, le uniche due grandi italiane che hanno cambiato allenatore, soprattutto per la volontà del toscano di cambiare aria.
Ed è proprio lui ad aprire le danze a Milano, quando dice: “Ho scelto l’Inter per riposizionarla nel ruolo che le compete nella storia di questo grande club. Ho scelto l’Inter perché quando me la sono immaginata, l’ho immaginata come una storia piena, piena di belle cose. E le voglio vivere fino in fondo, guardandola in prima linea, da attore e da spettatore privilegiato. Dovremo essere squadra. Ho pensato a un 4-2-3-1, ma dobbiamo essere pronti a fare altre cose. L’Inter deve acquisire la costanza di un risultato permanente, non occasionale. Fondamentale sarà la curiosità di andare a vedere dietro la linea difensiva e riconoscere certi concetti, sapere di avere una squadra che sa dove vogliamo andare. Così facendo, anche i più bravi si faranno da parte al nostro cospetto. Se non saremo così forti, saremo noi a scansarci perché ci passeranno dentro”.
Poco dopo tocca a Di Francesco a Trigoria, ambiente che conosce benissimo per averci vissuto quattro stagioni da calciatore, scudetto del 2001 compreso. Anche per questo lancia subito delle parole-chiave per la Roma che intende costruire: “Umiltà nel lavoro per arrivare ad ottenere grandi risultati. Disponibilità di tutti i calciatori a lavorare come chiede lui. Ridare senso di appartenenza al gruppo seguendo l’esempio di De Rossi, il primo che ho chiamato quando ho avuto la certezza di diventare allenatore della Roma. Lui è il primo che quando la squadra segna va ad abbracciare il compagno e il primo ad incitare chi gioca accanto a lui. De Rossi sarà il primo punto di riferimento mio e della squadra che sarà. Poi voglio la compattezza dell’ambiente ed entusiasmo in tutti, perché tutti lavoriamo per il bene della Roma”. E poi quello che sarà il suo calcio: “Sempre propositivo e portato a fare la partita, basato sul 4-3-3, ma pronto ad adottare altri moduli come il 4-2-4, ad esempio”. Insomma, l’Eusebio di ritorno traccia la strada e il ds Monchi, accanto a lui in conferenza, dovrà percorrerla. A tal proposito afferma: “La Roma non è un supermercato, ma una squadra che dovrà lottare per il campionato e ben rappresentare l’Italia in Europa. Non ci sono trattative aperte per cedere i nostri uomini migliori ad eccezione di Salah, per il quale c’è un’offerta dall’Inghilterra”.
Ad averla presentata è il Liverpool, al quale il giocatore vorrebbe andare.