La Roma c’è, ma non Florenzi, e l’Italcalcio sbanca l’Europa

Roma, 17 febbraio 2017 – Nel giorno in cui conferma l’avvenuto spessore di squadra anti-Juve, la Roma perde di nuovo il terzo dei suoi azzurri, romani e romanisti, Alessandro Florenzi,   appiedato oltre tre mesi e mezzo fa per la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. Operato  felicemente era sul punto di rientrare nella rosa di prima squadra quando, allenandosi con la primavera,  ha sentito il ginocchio girarsi. Ieri la conferma. Nuova rottura del legamento riparato (!). Nuovo stop, intervento e 6 mesi prima di rivedere in campo l’esterno romanista, quindi a settembre, a circa un anno di distanza dal primo guaio. La chirurgia al ginocchio, fa miracoli, ma a 25 anni, nel pieno della sua mirabile carriera, questi infortuni proprio non ci volevano anche per la stessa Roma che delle sue tre bandiere giallorosse  andava fiera.

Con Laurenzi  out, Totti che gioca soltanto quando non gli viene diagnosticata qualche influenza improvvisa è rimasto solo  De Rossi a difendere la romanità dei giocatori schierati. Per fortuna lo fa benissimo nei panni di centro mediano metodista, libero di  tenere per mano la squadra sia quando attacca che quando difende.

Giù il cappello per Spalletti che, partendo da De Rossi è riuscito ad individuare il gioco di ciascun  giocatore in funzione della squadra. Se a Torino Allegri ha saputo arrendersi per tempo all’idea che la squadra a trazione posteriore era superata e che meglio spostare la trazione all’attacco dove conta i migliori talenti in circolazi-one (Higuain, Dybala, Quad rado, Manduckic, Placa), Spalletti a Roma , ha  prima trasformato Naigollan da distruttore del gioco altrui a regista avanzato alla Totti con licenza di andare in rete quando opportuno. Trasformazione graditissima al migliore allievo del Capitano che ha dimostrato come si può avere classe eccelsa e piedi giusti anche quando si è magnifici agonisti. I suoi gol numerosi, i suoi assist, sono diventati un patrimonio per la Roma. Spalletti ha creduto sempre anche in Dzeko  nonostante i rigori falliti e le reti mangiate. Così ha insistito con Emerson, nonostante le prove poco incoraggianti mostrate dal 22enne brasiliano alle prime uscite.

Insomma contro il Villareal negli Ottavi di Europa League,  finalmente Spalleti ha messo in campo una squadra ben bilanciata in tutte le zone del campo. Continua a mancare  la regia offensiva di Totti (assist, calci da fermo, reti) ma ora appare adeguatamente distribuita   fra Strootman, Nainggolan e De Rossi assistiti esternamente da  Perez,   El Sharawi (Salah) e soprattutto Emerson Palmieri. 

Ha dimostrato occhio fino Spalletti a insistere sul talento brasiliano: finalmente un esterno in possesso di due piedi buoni, anziché uno come è regola accettata italiana. La magnifica rete che ha aperto le marcature a Villareal nel finale del primo tempo: discesa  con ottimo spunto di corsa usando prevalentemente il sinistro per tenere distante dal pallone l’avversario e poi  conversione al  centro  e tiro di destro a rientrare che si è infilato all’incrocio dei pali più lontano.

In difesa il trio Manolas, Fazio, Rudiger si difende bene sia sulle palle alte che sui recuperi e  disdegnano di  spingersi avanti se ci sono le opportunità. Spalletti, dopo averli messi più volte alla prova, ha fatto chiarezza sui contributi che alcuni giocatori possono fornire, ridimensionando, per esempio Paredes, per mancanza di intraprendenza.

Il quattro a zero fuori casa con i Villareal  e la tripletta di Dzeko  – sempre più somigliante ad un certo John  Charles  juventino (qualcuno lo ricorda?) –  una roccia che fa sentire a qualsiasi marcatore che  lui non lo smuove nessuno – sono la naturale conseguenza di una squadra che ha raggiunto la sua maturità. La Juventus è avvisata!

Il turno di  andata di  Champions e di Europa League ha regalato all’Italia alcune significative  soddisfazioni, tutte a casa degli avversari. La Fiorentina ha dato una lezione al tanto lodato calcio tedesco battendo 1-0 il grande Borussia di Moenchengladbach. La Roma ha superato una quotata formazione del quotatissimo calcio spagnolo senza consentirle neanche il gol della bandiera. Mentre il Napoli , con un supergol di Lorenzo Insigne ha fatto tremare lo stadio Bernabeu  prima di arrendersi. Ma il 2-0 al San Paolo potrebbe non essere un segno se De Laurentis e Sarri finissero di litigare. 

 

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