Approfondimento Calcio “Esoneriamo il Presidente“!

Roma, 13 novembre 2015 – Nella settimana della sosta per le Nazionali, alcune delle quali si contenderanno gli ultimi quattro posti per l’accesso alle fasi finali degli europei del prossimo giugno, inevitabilmente c’è spazio per qualche considerazione “a margine”, considerando anche che siamo ad un terzo del cammino del massimo campionato di serie A.

Curioso è stato il fatto che due Presidenti hanno licenziato, abbastanza a sorpresa, i loro tecnici e mi riferisco a Zamparini e Ferrero che hanno dato il benservito rispettivamente a Iachini e Zenga, come del resto già descritto qualche giorno fa da Franco Bovaio ed allora ho pensato di lanciare una provocazione: ESONERIAMO IL PRESIDENTE!

Perché mai nessuno contesta, o per lo meno lo si fa in poche occasioni, coloro che sono i primi responsabili di scelte rinnegate dopo pochi minuti?

I Presidenti, che una volta venivano chiamati “ricchi scemi”, spesso si comportano in maniera maldestra, senza programmazione, salvo poi scaricare la colpa allo staff tecnico.

Oggi poi non occorre che alla guida delle società di calcio, limitiamoci alla sola serie A, ci debbano essere i ricconi di una volta, perché con la pioggia di denaro che affluisce dai diritti televisivi si arriva a gestire “contabilmente” un sodalizio.

Le società medio-piccole, nella maggior parte dei casi, hanno un progetto, un cammino scandito da un programma relativo al settore giovanile che poi consente di monetizzare la cessione del giocatore più rappresentativo che si è messo in luce.

Le grandi squadre non fanno la semina delle piccole  perché la pressione esercitata dalla piazza le costringe ad avere risultati immediati e spesso gli stessi Presidenti, con i loro più stretti collaboratori, non hanno le competenze necessarie per sviluppare i loro programmi.

A Roma, sponda biancoceleste, c’è un esempio eclatante di come non si sappia (e non si voglia) programmare un progetto minimo, dignitoso senza andare in difficoltà economiche.

Negli ultimi mesi più volte ho posto l’accento sul caso Lazio, quindi non è giusto ripetersi, però per invertire la tendenza si pùò esonerare il Presidente, creando l’azionariato popolare.

Copiando il sistema spagnolo il candidato alla presidenza, eventualmente sostenuto da forze economico-finanziarie trasparenti, propone una vera e propria campagna elettorale ribadendo i suoi programmi; ad elezioni avvenute, per esempio per una carica triennale, si avvia il progetto che verrà monitorato durante il periodo e naturalmente se ci saranno stati problemi od impedimenti vari ne risponderà all’elettorato, in questo caso ai tifosi.

Per motivi di spazio l’ho fatta abbastanza semplice ma credo che in un prossimo futuro possa essere una soluzione, almeno si sentiranno, i Presidenti, in discussione così come gli allenatori.        

Exit mobile version