Euro 2020 – Ai rigori, l’Italia liquida la Spagna e va in finale.
Stasera si saprà l’altra finalista
Roma, 7 luglio 2021 – L’Italia dell’ Euro 2020, ai calci di rigore, con il risultato di 5 a 3, liquida la Spagna e accede alla finale.
ITALIA: Donnarumma, Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson (74′ Toloi), Barella (85′ Locatelli) Jorginho, Verratti (73′ Pessina), Chiesa (107′ Bernardeschi), Immobile (61′ Berardi), Insigne (95′ Belotti).
SPAGNA: Unai Simon , Aspiliqueta (85′ Llorente), Garcia (109′ Pau Torres), La Porte, Jordi Alba, Pedri, Busquets (106 Alcantara), Koke (70′ Rodri), Dani Olmo , Ferran Torres (61′ Morata), Oyarzabal (70′ Moreno)
Arbitro: Brych (Germania)
Reti: 60′ Chiesa; 80′ Morata;
Rigori: Locatelli (parato), Dani Olmo (alto), Belotti (gol), Moreno (gol), Bonucci (Gol) Alcantara (Gol), Bernardeschi (gol), Morata (Parato), Jorginho (Gol) – ITALIA 5, SPAGNA 3.
La Spagna non riesce al fermare il volo europeo del calcio azzurro, in una storica e drammatica partita, durata 120 minuti, di meritare il ruolo di Grande del calcio Mondiale.
Ma la Spagna si deve inchinare alla duttile capacità degli azzurri di adattarsi a qualsiasi situazione ed avversario.
Anche quella rappresentata dalla squadra spagnola che da un ventennio sta dominando la scena mondiale.
Maestra del TIKI TAKI – il fraseggio corto, elegante ed avvolgente introdotto da Cruyff a Barcellona -trasformando il club blugrana in una formazione imbattibile in Spagna, Europa e nel Mondo. Un nuovo modo di interpretare il calcio esportato all’estero dai vari tecnici ex giocatori del Barcellona. In primis Guardiola e, quindi, lo stesso attuale CT iberico, Luis Enrique alla Roma nel 2011.
Tiki Taki e pressing sono i nuovi vangeli del calcio, dovunque. Con questi tomi la Spagna e le formazioni spagnole, hanno conquistato un Mondiale e due europei.
Le Furie Rosse sarebbero sicuramente andati in finale se non avessero incontrato l’Italia di Roberto Mancini.
Non sarà mica un caso fortuito, se l’Italmancini prima di stanotte era imbattuta (record) da 32 partite?
Assolutamente no. Mancini in questi suoi 3 anni di conduzione, ha lavorato per mettere su una squadra “spagnola” in grado di giocare moderno, con giocatori adatti alla bisogna.
Una squadra che si divertisse, facesse divertire il pubblico e vincesse.
C’è riuscito pienamente; anche perchè in questa edificazione alcuni talenti sono diventati autentici fuoriclasse.
Su questi prima di tutto Leonardo Spinazzola. Un giocatore capace di far saltare il banco.
Contro i maestri del calcio moderno è venuto a mancare proprio lui.
Il bravo Emerson è sicuramente bravo e dotato, ma non in grado di essere per 90 minuti a partita, una micidiale spina nel fianco avversario.
Questa notte – davanti ai 90 mila spettatori ammassati a Wembley senza mascherina – Mancini ha tentato di giocarsela tatticamente alla pari con Luis Enrique, ma sul terreno spagnolo.
Dopo 10 minuti è apparso chiaro che la faccenda non funzionava.
I piedi duri della difesa azzurra non erano in grado di rilanciare il gioco, aggrediti in pressing dalle Furie Rosse. Quindi il possesso palla era tutto un affare iberico.
L’Italia era in balia sostanziale della Spagna. Spinazzola era altrove a cercare di ripararsi i danni crudeli.
Gli azzurri erano costretti in un fortino a cercare di limitare le brecce. Ci riuscivano solo per l’imperizia degli attaccanti iberici, mobili, fraseggiatori, ma non veri bomber. Elementi che non perdonano davanti alla porta .
Non graziano neanche il portiere che si chiama Donnarumma, il più costoso Numero Uno della storia del calcio.
Fra interventi di Giggi da Castellamare di Stabia ed errori dei vari Oyarzabal e del rosso Dani Olmo, l’Italia riusciva a salvarsi ed anche a creare pericoli sporadici come il tiro di Barella finito sul palo.
Ma la capitolazione era nell’aria.
Ed ecco che nella mente di Mancini matura l’aggiornamento tattico. Accettando la sfida Tiki Taki, non si va da nessuna parte.
Dobbiamo tornare all’antica. Dove l’Italia juventina è stata maestra: il contropiede.
La difesa con Bonucci e Chiellini è professionale in questo senso. Alziamo le barricate e attendiamo il nostro momento con lanci verso le punte.
La Spagna domina sempre di più. Gli azzurri soffrono specie sulla fascia destra dove Chiesa e Di Lorenzo faticavano troppo.
Mancini ordina a Berardi di riscaldarsi per sostituire Chiesa.
Non lo fa nel primo tempo. Risulterà la mossa fortunata e vincente.
Infatti, al quarto d’ora della ripresa, su un contropiede orchestrato da Immobile, Insigne finisce nella zona di Chiesa che non perdona: 1-0.
Proprio lui che da 20 minuti guardava Berardi riscaldarsi per sostituirlo!
Mancini però sapeva che l’ala della Juve è un genio nello sfruttare le minime occasioni e rinviava, in attesa dell’evento.
Evviva il gioco all’italiana della Juventus di Allegri! La Spagna è sotto trauma.
Luis Enrique si ricorda di disporre di un attaccante vero. Lo juventino Morata. Lui conosce perfettamente il duo che lo fronteggia, Bonucci-Chielini. Questi conoscono altrettanto bene lui.
Ma forse sono in affanno ed a 10 minuti dal termine Morata li semina per ricevere l’assist verticale che lo mette davanti, solo, a Donnaruma.
Lo spagnolo non sbaglia. È il pari l’1-1 che porta ai supplementari.
La partita, a questo punto ristagna. Nessuno vuole commettere errori, sbilanciarsi. Arrivano i cambi.
Un atteggiamento attendivistico che prosegue ai supplementari. Va bene all’Italia ma non dovrebbe alla Spagna.
Mancini, infatti, dispone del portiere migliore, anche grande antirigorista Unai Simon è un estremo difensore capace di grandi, ma anche piccole imprese.
L’unica mossa che azzecca il C.T. spagnolo è quella di fare entrare un abilissimo specialista , Alcantara, al minuto 107.
La cronaca vera ed importante della Semifinale è quella dei Calci di Rigore.
L’Italia tira per prima.
La turnazione ha messo fuori dai rigori specialisti del calibro di Insigne, Immobile, lo stesso Chiesa. Barella e Verratti sono esausti.
A tirare il primo rigore è il semiesordiente Locatelli. Meglio subito che quando la tensione è più alta.
La classe non manca, ma la paura di sbagliare è tanta. Il suo tiro a sinistra risulta telefonato e lento. Simon para.
La Spagna spara, invece, subito una delle pedine migliori, Dani Olmo. Le manoni di Gigi fanno impressione e lo spagnolo spara alto. 0-0.
L’Italia respira . Tocca a Belotti. Questa volta Simon c’è: indovina il lato giusto. Si tuffa a sinistra correttamente, ma la cannonata del Gallo è micidialmente precisa. Sfiora il palo e si insacca: 1-0;
Anche il mancino Gerard Moreno risulta indecifrabile a Donnarumma ed insacca : 1-1.
È il turno di Bonucci. Si fa perdonare ogni incertezza di questa ed altre partite – con un rigore imparabile da grande pedatore. Portiere da una parte; palla d’altra: 2-1.
Tocca a Thiago Alcantara, subentrato per la sua bravura di rigorista. E lo è. Niente da fare per Giggi: 2-2.
Bernardeschi è carico di energie da sfogare. Il suo sinistro violento è piazzato a mezza altezza: non viene neanche intravisto da Simon: 3-2.
C’è mezza Juventus in questa sfida. Tocca ora a Morata. C’è stato un conciliabolo fra juventini prima dei rigori. Oggetto: i rigori di Morata. Questa volta la maglia bianconera non aiuta lo spagnolo.
La “dritta” risulta pertinente: Donnarumma si lancia in anticipo sulla sua sinistra; è li che Morata tira incocciando il corpo e la manona destra del portierone napoletano: 3-2
Arriva il momento clou della storica serata. Tocca a Jorginho. Se insacca si va sul 4-2. E la sfida si chiude quì. Non c’è bisogno che la Spagna tiri il suo ultimo rigore, nonostante le oltre due ore di tiratissima regia in campo.
Il rigore di Jorginho è perfetto: rincorsa accennata con passetti brevi ed occhi fissi sul portiere, rallentamento vicino al dischetto. Simon si muove da un lato e lui lo infila con un tocco micidiale.
L’Italia è in Finale per affrontare sabato, a Wembley l’Inghilterra o la Danimarca. Con molte probabilità gli inglesi. Lo sapremo stasera.
Sarà comunque una partita diversa con meno tiki taki e più carica fisica!
Giacomo Mazzocchi