Roma, 12 giugno 2021 – L’Italia saluta i tempi più bui della Pandemia inaugurando la sedicesima edizione dei Campionati Europei di Calcio, con la franca esibizione di quelle che sono le “arti” più rinomate del Made in Italy.
L’opera lirica, esibendo al globo televisivo nel pre partita pirotecnico di Italia-Turchia, il grande tenore Andrea Bocelli, magnifico interprete del melodramma, vanto ineguagliato del Bel Paese.
Il calcio perchè ha vinto ben 4 Mondiali. Secondo solo al Brasile che ne ha vinti 5. Insomma è il suo sport per eccellenza
Di fronte ai 16mila spettatori – gioiosamente distribuiti sugli spalti occupati per un quarto della capienza -, gli azzurri hanno confermato tutte le attese di chi è convinto che questa squadra passerà alla storia.
Non è stato facile venire a capo della Turchia, squadra che più scorbutica non si potrebbe. E per giunta con un secco 3-0.
Esserci riusciti, è molto significativo e giustifica ogni realistico ottimismo.
Il catenaccio è stato inventato in Italia, ma il CT turco Terim ha messo a punto un chiavistello ancora più ermetico schierando quattro difensori puri, cinque centrocampisti, un solo attaccante, il poderoso Yilmaz.
Dall’avvio fino tutto il primo tempo, si è giocato ad una porta sola, sempre nella metà campo turca. Con 21 giocatori ammucchiati in un rettangolo semovente di 20 metri.
La consapevolezza da parte dei protagonisti di avere una platea di milioni di telespettatori, suggeriva buone maniere.
Tant’è che per 12 minuti non si è registrato alcun fallo in campo, cosa che ha indotto l’arbitro olandese Danny Mallekie, a negare tre rigori agli azzurri per 2 interventi di mano ed un fallo in area su Barella.
Donnarumma doveva intervenire solo in una occasione. Mentre l’Italia trovava modo di concludere a rete almeno in una dozzina di occasione con il solito Immobile, Berardi,
Spinazzola, Insigne e perfino con una inzuccata dell’ottimo Capitan Chiellini.
Una classica partita in cui la situazione, si può sbloccare soltanto grazie ad un calcio di rigore. Ma non tirava aria.
In panchina, il CT Mancini osserva e medita. Gli azzurri fanno tutto il loro dovere, compreso il necessario pressing per togliere la sfera agli avversari ed impostare la propria manovra corta.
Ma non basta a far breccia nell’intasato fortino turco. Il Mancio si accorge che, mentre sulla corsia di sinistra Spinazzola-Insigne riescono a scardinare, sulla destra Berardi è attivissimo e concreto ma Florenzi appare in ombra.
L’esterno romano denuncia soprattutto la mancanza di un assetto atletico adeguato al tipo di gioco fisico che gli viene richiesto. Il compitino non basta. Occorre più solidità.
Dispiace,ma questa è la realtà dei fatti! Nella ripresa entra in campo Di Carmine. Altra musica!
L’ingresso dell’esterno sinistro del Napoli, sommato alla mossa obbligata di Terin di entrare in partita schierando una seconda punta, l’ex romanista Genziz Under – sblocca la situazione.
Il gioco si estende su tutta la superficie del campo.
Emerge tutto il talento di squadra ed individuale messo a punto in questi 3 anni da Mancini. In particolare dei suoi gioielli offensivi.
Al 7′ è Berardi a far esultare l’Olimpico. Una serie di scambi con Di Carmine e Locatelli lo fa penetrare nella zona cruciale. Sbilanciato, si trova la palla sul destro.
Non può indugiare perchè l’area è intasata. Con il suo piede migliore, il sinistro, potrebbe inviare la sfera dove preferisce. Ma si trova sull’altro. Questioni di istanti.
Decide si scaricare il destro sul bersaglio grosso. E fa bene. Il tiro filtra, manca lo specchio ma incontra il petto del juventino Demiral e si infila in rete.
È l’1-0. Liberato dall’incubo l’Olimpico esplode. La Pandemia sembra lontanissima eppure non lo è ancora.
Si apre lo show azzurro della coppia napoletana Insigne-Immobile. Prima Berardi (sempre lui) al 65′ ripulisce un pallone per scodellarlo sui piedi di Spinazzola. Senza indugi, l’esterno pugliese scarica in rete.
Cekir respinge e Ciro Immobile trasferisce da par suo in rete: 2-0.
Qualche minuto dopo è lo stesso Immobile a concludere un rapido, preciso, elegante rovesciamento di fronte con un assist perfetto per il concittadino Insigne. La trottola azzurra con un “piatto a giro” realizza il 3-0.
Mancano ancora 15 minuti al termine dello show. Mancini li sfrutta al massimo immettendo Cristante per Locatelli, Bellotti per Immobile e Chiesa per Berardi.
L’Italia gira benissimo ugualmente e, nell’attesa della Svizzera (16 giugno) aggiorna il proprio inimitabile record: imbattuta da 28 partite; 82 reti; 9 incontri consecutivi senza subire reti!.
I migliori? Su tutti il C.T. che non sbaglia una mossa. Cominciando da Chiellini Capitano coraggioso. E Bonucci più difensore accorto che ” regista della difesa”
I sei acclarati “fuoriclasse” si confermano tali.
Si intende il tridente offensivo (ma non solo) – Immobile, Insigne, Berardi – in compagnia di
Spinazzola e Barella e la saracinesca Donnarumma.
Giorginho e Locatelli in spazi affollatissima sono riusciti a non perdere mai il controllo della situazione del centocampo in compagnia di Barella.
Di Carmine con la sua sagacia e solidità propulsiva ha contribuito in maniera decisiva a far dimenticare il miglior Florenzi ed a riequlibrare l’efficenza della squadra.
Gli ingressi a pungeggio acquisito di Bellotti, Cristante , BernardeschI – sono serviti a dimostrare che questa Nazionale non è composta solo da 11 soggetti.
Che è, senza montarsi la testa, mantenendo bene i piedi per terra, una realtà autentica del calcio europeo e mondiale . Così come è giusto che fosse!