Europa League – Inter Made in Italy ci crede

Roma, 18 agosto 2020 – Grazie alle imprese dell’Inter, il calcio italiano rientra a pieni voti nel firmamento del calcio internazionale. Il 5-0 imposto allo Shacktar Donetks in quel di Colonia infatti non va solo interpretato e festeggiato per l’ingresso a vele spiegate alla finale dell’Europa League contro il Siviglia venerdì prossimo – un evento che si attende da 21 anni – ma perchè realizzato da una squadra che a dispetto della proprietà cinese, è composta a tutti i livelli da italiani.
Cominciando da Antonio Conte, vice campione del mondo da giocatore con 20 presenze azzurre. Il suo primo collaboratore in panchina, il team manager, è Lele Oriali, azzurro campione del mondo. Lo staff tecnico è italiano, ma soprattutto chi tira le fila e governa il club neroazzurro è il Numero Uno riconosciuto fra i dirigenti italiani, Beppe Marotta, il personaggio che ha condotto la Juventus a dominare per un decennio la scena calcistica italiana. La Suning Holding Group, il gigante cinese nel settore dello Show e dello Sport (sua la PPTV la Rete Tv più popolare della Cina) lo ha strappato alla Juve per affidargli la bacchetta dell’Amministratore Delegato non solo perchè il calcio italiano tira ma al contrario degli americani a Roma, quali Pallotta, gli investimenti cinesi nel calcio del Patron Zhang e di suo figlio Steven Zhang (il nuovo Presidente del Club Neroazzurro) non sono improntati al bussiness del mordi e scappa statunitense che ha lasciato la Roma in braghe di tela dopo la cessione dei pezzi migliori, cominciando dai simboli italiani e romani Totti e De Rossi.

I piani cinesi si proiettano, invece, nel tempo. Identificato tutto il potenziale realizzabile, si progetta puntando in primis a migliorare il prodotto e renderlo più appetibile ai consumatori che, in primo luogo sono italiani e partecipano di più se può unire il tifo al sano patriottismo riconoscibile anche dai nomi.

Così Conte, nella formazione che a Colonia ha strapazzato gli ukraini a furia di pressing asfissianti, concedendo loro il primo tiro in porta (di testa) al minuto 61 della partita, ha immesso in campo ben sette giocatori italiani: i due napoletani Danilo d’Ambrosio – autore di testa del gol del 2-0 che ha chiuso la partita – e Sebastiano Esposito, 18 anni!!! vicino al gol nel finale; i tre padani Roberto Gagliardini, Alessandro Bastoni (entrambi di scuola Atalanta di Bergamo, il secondo di 21 anni) e Cristiano Biraghi; il marchgiano di Urbino Stefano Sensi recuperato da un lungo infortunio e settimo, ma primo in tutto, il cagliaritano Nicolò Barella pronto a strappare ogni pallone agli avversari ed a rilanciarlo con sagacia in avanti per consentire ai due frombolieri Lukaku e Lautaro di esprimere il loro enorme potenziale.
La coppia ha capito ormai quale sia il meccanismo ben lubrificato messo in piedi da Conte. Perciò offrono con intelligenza il loro contributo di gambe e testa per braccare ogni avversario, prontissimi poi a mettersi in posizione per lavorare quei palloni che puntualmente ribalteranno la situazione a favore loro e della squadra.
Esemplare la prima rete di Lautaro. Barella intercetta il rinvio pressato del portiere ukraino, con eleganza si libera del difensore arrembante e si allarga verso destra nell’area ukraina. Lautaro si proietta in avanti certo che sarà servito. Barella esegue in piena corsa con un assist perfetto e calibrato per la testa di Lautaro che insacca.

Sette italiani in campo ha immesso Conte. Per la felicità del CT azzurro Roberto Mancini (che già tiene d’occhio tutti). Potrà contare, infatti, in Nazionale su elementi già molto avanti nella tecnica del pressing, decisiva per mirare in alto e non dovrà ricominciare tutto da capo.
Il calcio del Bel Paese rientra ai vertici europei come una delle quattro finaliste delle Coppe. Affonterà il Siviglia di Spagna venerdì. Mentre le finaliste della Champion usciranno fra oggi e domani dal confronto Francia – Germania fra Lipsia e Paris Saint Germaine e Lione – Bayern Monaco.

Viste tutte all’opera, gli allibratori lecitamente prevedono una finale INTER- BAYERN. Poi ? Si può avere fiducia.

L’impressione è che l’Inter ne abbia più degli altri. Conte ha trovato la quadra all’ultimo momento ed i giocatori ci credono davvero. Sono, euforici, e , soprattutto, giocando si divertono.

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