Calcio
Gattuso guardi Atalanta, Lazio, Suso, Var e saluti Bonucci
Roma, 18 dicembre 2017 – Se Rino Gattuso intende davvero salvare il Milan a modo suo (vale a dire “ringhiando”), la prima cosa a cui deve mettere mano è il caso Bonucci assunto dagli ottimi dirigenti rossoneri Fassone e Mirabelli al soldo della Cina, con un investimento di 42 milioni di euro. Cifra che per un giocatore di 30 anni scartato dalla Juventus appare davvero esagerata oltre che azzardata.
Bonucci è sbarcato a San Siro a suon di fanfara come un imperatore: Montella, infatti, così l’ha trattato consegnandogli subito l’onore di capitano e regista dentro e fuori del campo. Condividendo la di lui convinzione che il suo compito fosse non quello di difensore ma di regista dell’intera manovra che, come si insegna, nasce dalla difesa. A convincere il bravo allenatore campano a farsi consigliare dal Leonardo nazionale anche il fatto che su di lui (e sul sorpassato trio juventino BBC), anche Ventura in azzurro la pensasse così.
Risultato? Prima è saltato Ventura, Tavecchio e la Nazionale e poi, a seguire, anche Montella.
Gattuso vuol fare la stessa fine? Ci auguriamo per Ringhio e per il Milan che, approfittando di quanto accaduto a Verona, Gattuso riveda la situazione.
Non deve fare altro che visionare il filmato della partita, per accorgersi che le tre marcature veronesi sono tutte da addebitare alla responsabilità di Bonucci. È lui che con la sua altezza, elevazione e capacità tecniche, esperienza, si considera il re delle palle alte in area di rigore!
Eppure Caracciolo è saltato indisturbato e messo in rete alle spalle di Donnarumma, al centro dell’area di porta e senza problemi… E Bonucci dov’era? Lì ad un metro, in regia a dare disposizioni alla truppa su come vedersela con l’unico colpitore di testa del Verona.
Sulla seconda rete scaligera, Bonucci ha letteralmente scortato Besse, un passo indietro, senza mai raggiungerlo, fintanto che questi ha potuto con tranquillità operare l’assist decisivo per la rete di Kean.
Più grave ancora la terza rete. Contropiede veronese sulla destra che mira ad un lancio verso la porta milanista. Besse taglia verso il pallone. Un difensore attento tenterebbe di frapporsi , ma ancora Bonucci arranca e Besse infila abbastanza comodamente la rete.
Per il resto l’analisi della partita di Bonucci rivela tanti sterili ed avventurosi lanci da 40 metri per le punte. E qualche tentativo sui piazzati vicino l’area veronese per indirizzare il pallone di testa verso la rete.
È questa in realtà la grande, risorsa di Bonucci. I tanti gol da lui realizzati di testa su corner e piazzati
Ma Bonucci non è una punta, né un regista. Il suo ruolo unico e principale è difendere senza possibilmente prendere l’avversario per la maglia.
Se proprio i “cinesi” meneghini insistono, Gattuso si inventi un ruolo per lui. Lo provi quale punta. Chissa!
Nel frattempo guardi il filmato di Atalanta-Lazio. Una delle più belle partite disputate in Italia negli ultimi tempi. Una partita che lascia ben sperare nel futuro del calcio italiano anche perché sono tanti gli italiani delle due squadre. Un match intenso pieno di emozioni e di gesti tecnici eccellenti. Con reti cesellate al termini di sapienti dialoghi con pallone a terra. Si accorgerà di cosa facessero in campo i due centrali difensivi Caldara e De Frey. Non fantomatiche regie statiche, ma interventi diretti sugli avversari e riproposizione di gioco attraverso la manovra.
Gattuso si rifaccia a questi due allenatori , Gasperini e Simone Inzaghi, primi in Europa, per come deve gestire tecnicamente e tatticamente una squadra al giorno d’oggi. E da Massimo Oddo all’Udinese da un mese, ma capace di dimostrare che certe riforme si possono realizzare in poco tempo; ne sa qualcosa l’Inter! Sono tutti allievi di Sarri.
Non si illuda però, le strade del calcio sono impervie ed i problemi sono sempre dietro l’angolo.
C’è la piaga degli arbitraggi e del corretto impiego del Var, per esempio. Nelle prossime partite dovrà fare a meno del suo migliore talento, lo spagnolo Suso, espulso con rosso diretto al termine della partita già persa per 0-3. Un episodio fortuito, senza alcuna conseguenza sfruttato dall’arbitro di Schio Orsato per fare una bella sceneggiata in diretta televisiva. Un’occasione per solleticare la propria vanità. Di cui si era peccato già tre volte l’arbitro triestino Giacomelli richiedendo l’intervento del VAR per espellere Bonucci, De Rossi ed Immobili per situazioni molto al limite, ma che, all’esame spietato del rallentatore, possono apparire gravi.
Orsato ha fatto del puro esibizionismo, perché l’episodio era puramente incidentale e privo di alcuna conseguenza. Orsato ha cercato ,il pelo nell’uovo per fare il teatrino. Una tentazione troppo forte per chi soffre di vanità. Ma un trend che la FIGC deve assolutamente stoppare mettendo a riposo e rimpiazzando i fischietti troppo zelanti e privi di buon senso.
Ripetiamo la VAR intesa come strumento tecnico di misurazione infallibile è un arricchimento importante del calcio, a patto che sia applicato cum grano salis.
Altrimenti è ingiustizia e caos.