Quando manca, infatti, ancora il riscontro del match di questa sera fra Pescara e Roma, in nove incontri sono state realizzate 42 reti. Conoscendo la propensione al gol delle squadre allenate da Zeman (“la miglior difesa è l’attacco”) c’è da giurarsi che le reti a Pescara si sprecheranno! E che il computo delle reti realizzati vada ancora ad accrescersi.
Lasciamo volentieri ad altri i il compito di verificare sugli annuari cosa questo dato rappresenti in termini statistici e di primati, riferendosi a campionati a 20 squadre od a 18
Ciò che ci sentiamo semplicemente di annotare sono due rilevanti considerazioni.
La prima è che queste 42 reti in nove partite sono un dato largamente superiore a quelle 33 segnature realizzate nelle due settimane meglio prolifiche della stagione, cioè alla nona ( 22 ottobre) e 14^ giornata (26 novembre). Il weekend meno prolifico, invece è risultato quello della 6^ giornata (24 settembre), che offre un corrispettivo per gli spettatori di 2,1 gol a partita. Una cifra miseranda se si considera che il momento clou di una partita di calcio è la realizzazione del gol. Due momenti di eccitazione in uno show che dura un’ora e mezza, è francamente ben poco per soddisfare chiunque. Anche coloro che vanno allo stadio per non vedere perdere la squadra a cui loro tengono.
La seconda annotazione è che questo fine settimane il pubblico (allo stadio come alla Tv) si è divertito ad una partita di calcio come raramente era successo in precedenza.
Certo si è divertito di più chi parteggiava per la parte vincente, ma anche chi era dalla parte opposta ha potuto seguire uno spettacolo calcistico ricco di reti come mai era successo in precedenza.
Come mai, proprio quando il campionato è finito in testa e coda? E la maggior parte delle squadre non hanno più nulla da chiedere in termini di classifica significativa?
È successo soltanto che le squadre hanno ricominciato a giocare a calcio. Hanno rinunziato ai tatticismi che mortificano il gioco ed i giocatori. Si sono disputate partite “secche” in cui tutti potevano esprimere il proprio bagaglio tecnico ed agonistico, magari approfittando di un poco di fortuna come in Milan-Empoli.
Oppure, mettendosi in luce individualmente come in Lazio-Palermo, dove Ciro Immobile e Keita hanno potuto incrementare la loro posizione nella classifica dei marcatori , mentre i giocatori palermitani hanno potuto andare due volte in rete (per il piacere dei loro sostenitori) e mettere in vetrina il proprio talento. Certamente ringraziando la clemenza dei biancoazzurri che sul 5-0 hanno cessato di spingere sull’acceleratore nel rispetto di quella regola di fair play, che induce a non maramaldeggiare su avversari professionisti in difficoltà
Comunque all’Olimpico il brivido della rimonta siciliana ha permesso a tutti, anche alla tifoseria laziale, di non annoiarsi.
Stesso discorso per Chievo-Torino 1-3 ed il cannoniere Bellotti.
Gli spettatori che si sono divertiti di più sono stati sicuramente quelli di Fiorentina-Inter. Colpi di scena e di bravura a ripetizione fra due squadra che si sono battute ai limiti superiori del proprio bagaglio tecnico ed agonistico. Alla fine ha perso 4-5 l’Inter che (festeggiando la tripletta di Icardi) è andata a fare compagnia ai compatrioti cino-meneghini del Milan. Mal comune mezzo gaudio!
Poi a Genova tutti a fare il tifo per la rincorsa del Crotone verso una fantascientifica salvezza. Forse sugli spalti di Marassi addirittura si guardavano con simpatia i calabresi trascinati dai gol del talentuoso Diego Falcinelli .
Insomma, è successo che nel momento di maggiore stanca del campionato, sui campi si sia tornati a fare sport anziché esibizioni di noiosissimi “possessi palla”. Anche il Napoli ha pagato a caro prezzo, davanti al Sassuolo motivatissimo, la convinzione che attraverso una ragnatela di passaggini si possa arrivare al successo senza faticare più di tanto. Invece – nella giornata in cui poteva rimanere a portata della Roma, pronta a superarla per il secondo posto nel rush finale del campionato – pareggiando 2-2, ha perso ben due lunghezze dai giallo-rossi (ammesso che superi il Pescara questa sera, naturalmente).
Insomma sui campi italiani si è ripreso a giocare al calcio, grazie ad una classifica finale anticipatamente conclusa. Si tratta di un ottimo segnale favorito da una media di 4,2 reti a partita.
È stato dimostrato che è più importante giocare che fare tattiche che non portano da nessuna parte. Il pubblico si diverte e può perdonare degli scivoloni purchè gli venga regalata qualche emozione al di là di un campanile che non esiste più, incominciando da quello della Madunina che ormai parla cinese.
Anzi, a questo proposito, lo tengano bene presente gli speculatori internazionali che hanno assaltato la tradizione del calcio italiano. Investite pure se la tendenza a globalizzare vuole così, ma se volete raggiungere i vostri obiettivi badate a mantenere innanzi tutto la italianità ed a difendervi innanzi tutto dalle consulenze dei vostri consiglieri italiani che possono anche essere mossi da motivazioni più speculative e miopi delle vostre!