Il Calcio Italiano a tempo di Var

Il Calcio non è solo un Business

Roma, 10 gennaio 2022 – Il calcio Italiano mantiene la rotta giusta , nonostante le tante problematiche che lo aggrediscono da ogni dove.

Soprattutto non perde fascino ne credibilità, rendendo il faticoso cammino collettivo più serenamente ottimistico ed accettabile.

Le vicende di questa ultima domenica a Roma e Milano hanno confermato che questa normalità è ormai garantita da una struttura gestionale arbitrale di assoluta affidabilità.

L’adozione della “moviola in campo” – il Sistema Var – ha , infatti, superato definitivamente il necessario periodo di rodaggio ed è diventato un valore assoluto di riferimento di ordine e di spettacolo.

Accettato e gradito da tutti sul terreno di gioco e fuori. Non motivo di ulteriori lacerazioni.

Un elemento utile e spettacolare che offre al calcio qualcosa di più. Proprio come avviene in tutti gli altri sport che da tempo lo hanno adottato.

È ormai superato il tempo delle incomprensioni fra l’arbitro in campo e gli arbitri in tribuna, quando ognuno difendeva il proprio territorio dall’ingerenza altrui.

Dove esistevano problematiche di prestigio personale in ballo, legate alla lettura di una situazione attraverso l’interpretazione della scena rappresentata.

Sono i fatti effettivi che contano, non la lettura personale degli stessi.

O altri tipi di valutazioni come la preoccupazione per i tempi morti di gioco connessi all’attività in corso del VAR.

Ben gestiti – con le immagini riprodotte sui maxi schermi dello stadio – sono elementi assai più spettacolari ed emozionanti rispetto ai tediosi palleggi per possesso della sfera che ormai inquinano il calcio.

Oggi, e ieri, quel che conta per tutti è che il giudizio finale di ogni caso deve arrivare da un elemento superpartes, quello tecnologico.

Grazie solo a quello si può ottenere la rilettura (corretta anche se a volte sfortunata) dell’accaduto.

Non solo per i fuori gioco od i falli da rigore ma anche per qualsiasi altro episodio, inclusi quelli disciplinari.

Esemplari ieri i fatti accaduti nella doppia sfida al vertice di Milano e Roma.

Un duello che ha vissuto i suoi momenti migliori – e giustamente determinanti – proprio grazie alla corretta lettura degli episodi e alla corretta collaborazione fra arbitro e Var.

All’Olimpico di Roma, l’arbitro Massa di Imperia – in sintonia con il Var composto da Aleandro De Paolo e Pasquale Di Meo – ha accompagnato con giustizia la storica rimonta juventina sulla Roma: in 7 minuti, dal 3-1 al 3-4.

La rete del 3-2 di Kulusevski al 72′, è stata inizialmente annullata da Massa su indicazione del guardalinea De Paolo – bandierina sventolante per fuori gioco iniziale di Cuadrado.

Quindi, concessa dallo stesso Direttore di Gara senza remore su rilettura millimetrica del Var.

Lo stesso Massa all’81’, rileggendo un’azione concitata in area di rigore bianconera, riscontrerà (con il Var) un tocco di mano di De Ligt su “girata” a rete di Abraham: rigore e cartellino rosso per seconda ammonizione del difensore.

Il rigore calciato da Lorenzo Pellegrini (che al 51′ era già andato a segno con una magnifica punizione dal limite) viene ribattuto da Szczesny.

Ma il capitano giallorosso spedisce scivolando fuori.

De Ligt, comunque viene espluso per doppia ammonizione e la Juve continua in dieci.

Per Pellegrini è nemesi, perchè subito dopo si infortuna e deve uscire nel finale decisivo.

Mourinho alla fine invocherà la malasorte. Ma certamente ha fatto le scelte sbagliate al momento sbagliato: si era convinto che il match sul 3-1 si fosse concluso con il proprio trionfo.

Non ha risposto, perciò, adeguatamente quando la Juve ha sostituito l’opaco Kean con il gagliardo Morata e l’inconcludente Bentancourt con il propositivo Arthur.

Ha tenuto in campo l’inconcludente Ibanez contro il quale Morata ha fatto il bello ed il cattivo tempo.

La Juventus certamente dispone di una panchina più lunga, in grado di difendersi anche in 10
ma il Numero Uno portoghese ha fatto del suo meglio per aiutarla.

 

Vicende similari anche al Meazza di Milano fra Inter e Lazio.

Direttore di Scena , Luca Pairetto in sintonia con il duo Var, Aureliano-Bresmes.

Il fischietto torinese è uno sveglio che ha imparato che la dote principale dell’arbitro deve essere l’umiltà.

Il Var deve essere il suo massimo difensore, sue devono essere le massime responsabilità, se si vuole durare bene ed a lungo.

La sua tecnica è quella di concedere il massimo del “vantaggio” nelle azioni significative in corso
per poi controllarle dopo, in caso.

Così al 15′ l’interista Sanchez lancia in contropiede Lautaro che si invola sul difensore ex Napoli , Hysaj ( che non è un fulmine di guerra). Quindi, aggira il portiere e va in rete.

È l’1-0 interista; tripudio neroazzurro in campo e sugli spalti. Il Milan non scappa alla squadra di Simone Inzaghi!

I festeggiamenti sono quelli della Befana. Durano eccessivamente, però.

Pairetto sta , infatti, attendendo la lettura del Var.

Negativa! Fuori gioco millimetrico di Lautaro al momento del lancio. Rete annullata, tutto da rifare.

Ci pensa Alessandro Bastoni a sistemare la faccenda fra presente e passato biancoazzurro. Suo il siluro dell’1-0 sparato al 30′, da 30 metri. Suo anche l’assiste per il 2-1 aereo di Skriniar al 67′.

A soli 22 anni il giovanotto lumbard, cresciuto nell’Atalanta di Gasperini, è sicuramente il calciatore italiano più importante.

Una colonna vitale per l’Inter e per la Nazionale Campione d’Europa di Mancini.

Il successo neroazzurro avrebbe potuto maturare più agevolmente, visto il dislivello tecnico palesato fra le squadre schierate da Sarri e Simone Inzaghi.

Al minuto 72, infatti, Pairetto aveva indicato il cartellino Rosso al difensore laziale Radu per doppia ammonizione rimediata nella stessa azione di gioco per falli su Dumfries e Barella.

Una cosa mai vista! Lazio in 10, sotto 1-2. Partita archiviata.

Niente affatto. Mai dire mai! Rilettura del caso! Pairetto scopre di aver sbagliato lui. È stato il neo entrato Zaccagni a commettere uno dei due falli.

Umilmente Pairetto tira fuori il giallo e lo mostra ai due giocatori. Si ringoia il rosso.

La Lazio torna in undici in una partita comunque segnata dalla perdurante convinzione suicida di Sarri che la Lazio (quella gloriosa del suo predecessore Simone Inzaghi) può tenere in panchina talenti come Luis Alberto, Lucas Lieva e Lazzari.

I primi due hanno fatto il loro ingresso in campo dopo la rete di Skriniar, a 20 minuti dal termine.
Il velocissimo difensore esterno della Nazionale di Mancini è subentrato a 10′ dal termine.

Simone Inzaghi – che li conosceva come la sua prima schiera – non ha creduto ai propri occhi dal grato sorriso.

Piuttosto, vista l’importanza del calcio nei suoi risvolti sociali, in questa fase della pandemia sarebbe meglio che lo Stato intervenisse per favorire e garantire a tutti l’accesso gratuito televisivo alle partite della serie A.

Non si tratta solo di un Business, ma di un bene collettivo!

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