Il ritorno in A del Grifone
Il capolavoro di Gilardino, che dopo un solo anno in B riporta il Genoa in A.
Roma, 7 maggio 2023 – Non si è campioni del mondo per caso e quest’anno la Serie B lo ha confermato.
Perché le due squadre promosse direttamente in A come prima e seconda del campionato sono guidate da due Campioni del Mondo del 2006: Grosso del Frosinone e Gilardino del Genoa.
Ma se il primo ha guidato il Frosinone fin dall’inizio della stagione con umiltà, silenzi e grandi capacità, il secondo è stato davvero la sorpresa della stagione.
Perché il Genoa aveva iniziato il campionato con Blessin e da favorito, ma fino a quando c’è stato lui il suo cammino era stato stentato.
Tanto che ad inizio dicembre, dopo la sconfitta con il Cittadella in casa (0-1), la società decise di esonerarlo per sostituirlo ad interim con Alberto Gilardino, l’allenatore della Primavera.
“Ad interim” significa momentaneamente. Ma da provvisorio che doveva essere Gilardino è diventato definitivo a forza di risultati positivi.
Perché da quando è arrivato lui il Genoa ha ingranato la marcia ed è partito alla conquista della Serie A.
Marassi (pardon, il Ferraris) è diventato il suo fortino, tanto che in casa con Gilardino ha subito solo un gol e le trasferte hanno portato punti spesso e volentieri.
Così è arrivata la promozione diretta in A dopo un solo anno dalla retrocessione e il popolo rossoblu ha trovato i suoi nuovi eroi.
Strootman, che all’ombra della Lanterna è rinato. Gudmundsson è diventato un goleador di tutto rispetto, come Martinez è risultato uno dei migliori portieri del campionato.
Dragusin è un idolo della Nord e nell’anno della maschera portafortuna di Osimhen anche il Genoa ha avuto il suo uomo-mascherato: Bani, autore dell’1-0 nella gara della promozione contro l’Ascoli.
E poi Badelj e Sturaro, il figliol prodigo Criscito e tutti gli altri di una promozione che è già storia e che ha aggiunto Gilardino a Gigi Simoni, Franco Scoglio e Giampiero Gasperini.
Altri mister di altre promozioni storiche che fecero da preludio a grandi storie d’amore tra loro e i tifosi, al punto di farli entrare per sempre nella lunga leggenda rossoblu.
Un destino che auguriamo anche al “Gila”. Perché è bravo e se lo merita davvero.