Roma, 15 giugno 2022 – Ci capitano spesso tra le mani tante belle foto del calcio che fu.
Come questa a corredo dell’articolo, che ritrae una formazione del Napoli 1981-82.
Quello della seconda stagione della riapertura delle frontiere calcistiche del 1980 dopo gli anni dell’autarchia.
Che era stata decisa dopo la disfatta della nazionale ai Mondiali di Inghilterra del 66’ per favorire la crescita di una nuova generazione di talenti italiani che potesse far tornare a splendere la nazionale.
Un po’ quello che ci vorrebbe oggi, visto il livello sempre più basso al quale l’Italia del calcio è precipitata anche per la mancanza di grandi talenti.
Soprattutto in attacco, dove le grandi squadre italiane si affidano per lo più agli stranieri.
Solo che oggi, a differenza di quanto si poteva decidere nel ‘66, non è più possibile chiudere le frontiere del calcio.
Perché in Europa vige la libera circolazione del lavoratori (dunque anche dei calciatori) e anche perché per le nostre società è sempre più conveniente andare a prendere uno straniero che un italiano che gioca in B o in Lega Pro.
Provate ad accostarvi ora, dopo il loro debutto in nazionale, a Gatti o ad Esposito. Vedrete quanto è salita la loro quotazione.
E così la nazionale soffre e per lei prevediamo un futuro a tinte fosche,visto che il Ct Mancini può scegliere tra 25, massimo 30, calciatori quelli da selezionare. Non di più.
Come invece accadeva in quegli anni ’80 in cui di calciatori italiani bravi ce ne erano tanti e in tutti i ruoli. Compreso l’attuale Ct Roberto Mancini.
Che giocava ancora nel Bologna ed era uno degli emergenti di maggior successo.
Purtroppo il calcio di oggi è ben diverso da quello di allora. Da quello di questo Napoli.
Che sulla base delle regole del tempo schierava un solo straniero, il grande Rudd Krol (il penultimo in piedi da destra) e tanti italiani.
Alcuni di belle speranze (poi solo in parte mantenute) come Musella (il primo in basso a sinistra), l’attaccante Claudio Pellegrini (il secondo in piedi da sinistra), il fantasista Criscimanni (il secondo accosciato da sinistra) e il difensore Marino (il quarto in piedi da sinistra).
Altri con un grande passato alle spalle, come il portiere “giaguaro” Castellini, che aveva vinto lo storico scudetto con il Torino nel 1976 o come Oscar Damiani (l’ultimo accosciato a destra).
Altri ancora nel pieno delle loro carriere, come i difensori “palo e’ fierro” Bruscolotti (il terzo in piedi da sinistra) e Moreno Ferrario (l’ultimo in piedi a destra).
O come capitan Vinazzani e il mediano Mario Guidetti (il terzo accosciato da sinistra), che si era messo in luce nel L.R.Vicenza di Paolo Rossi.
Una bella squadra, che mister Rino Marchesi portò al quarto posto alle spalle di Juventus, Fiorentina e Roma.