A prescindere da qualsiasi altra considerazione Davide Massa di Imperia, è l’arbitro più scalognato che si conosca. Solo a lui poteva, infatti, capitare di trovarsi a decidere in un sola (ed importantissima) partita su almeno 4 situazioni di impossibile decifrazione ad occhio nudo.
Parliamo: dei gol (fuorigioco!?) di Benatia (secondo un telecronista sarebbe stato tenuto in gioco “dalla punta dello scarpino”di Romagnoli!) e di Bacca (sarebbe stato in fuori gioco per la punta di un altro scarpino); del “mani” di De Sciglio, avvenuto a distanza di 1,85 centimetri di distanza dal tiro peraltro scagliato al 95’ cioè un minuto oltre i 4 concessi in recupero; del rigore non concesso su Dybala per via della punta del suo scarpino che si sarebbe andata ad infilare sotto la scarpa del suo avversario.
La moviola in campo. Il prossimo avvento, potrà risolvere le situazioni dubbie , ma non al cento per cento, perché quanto successo a Torino necessita anche per la lettura corretta della moviola della mente umana.
Per la valutazione del rigore concesso da Massa per l’incontro fra la mano di Di Scilio, c’è infatti da interpretare e dare una valutazione su tre differenti circostanze: la distanza fra il punto da dove il pallone è stato calciato e quella in cui il pallone ha toccato il braccio del difensore milanista. Nel senso che se la distanza è breve (quando? E quanto?) scompare il fallo. Sembrerebbe che sia stata di 185 centimetri quindi non fallosa. Ci vorrebbe anche, dunque, un giurista in grado di valutare l’accaduto alla luce delle regole. Sarebbe necessario, a questo punto, anche l’intervento di un esperto in cronometraggio per decidere a che esatto momento avrebbe dovuto terminare il tempo di recupero dilatato da Massa da 4 a circa 5 minuti.
Insomma situazioni come quella del rigore al 97’ sono di quelle in cui la moviola ha anche bisogno della lettura da parte di una squadra di esperti e di molto tempo a disposizione. Cose non realistiche.
Dunque ciò che è accaduto a Torino, dimostra che anche la moviola serve fino ad un certo punto e che Massa è stato sfortunato e quasi bravo. Ha fatto bene a concedere i due gol “per la punta dello scarpino”. Ha fatto bene a non concedere il rigore sul fallo su Dybala (questione di punta di scarpino). Ha preso una serie di abbagli nella concessione del rigore decisivo per un fallo non punibile e fuori tempo massimo.
Ultima considerazione. La Juve conferma ancora una volta la parafrasi Orwelliana “Siamo tutti uguali, ma la Juve è più uguale degli altri”. Alla fine, infatti, le circostanze sono andate a suo favore.
Con ciò non si vuole sostenere che non abbia meritato la vittoria. Ha dominato sostanzialmente le sorti della partita. A creato moltissime occasioni. Non fosse stato per le traverse e le parate di Donnarumma, il Milan sarebbe tornato a casa con una cinquina sul groppone. Ma il portiere, per fortuna, fa parte della squadra.
La Juve ha investito centinaia di milioni di Euro sui vari Higuain, Dybala, Cuadrado, Pianjc, Placa, Mandzukic e via dicendo.
Il Milan ha Gianluigi Donnarumma, pagato al Napoli 250.000 euro quando aveva 14 anni. Il portiere è un giocatore come un altro. Si dà il caso che Donnarumma, per il suo rendimento, valga tre dei giocatori juventini di cui sopra. La Juve scende in campo con le sue superstar. Il Milan con il suo ancora 18 enne portiere. Ognuno mette in campo quello di cui dispone.
È dunque, poi, sostenere per giustificare alcune vicende, che la Juve ha tirato di più in porta non ha alcun senso fuori dai bar. A meno che per avere maggiore equità nei meriti, la Juve non offra alla prossima sfida contro il Milan: voi giocate senza Donnarumma; noi rinunziamo a Higuain e Dybala!!
Vediamo come andrebbe a finire? Orwell permettendo!!