Serie A. “LAZIO…..che?! ”
Il miracolo sportivo di Pioli e le lacune di mercato della società.
Roma, 19 gennaio – Ricordate qualche tempo fa la battuta del primo ministro Matteo Renzi a proposito di alcune considerazioni fatte da Stefano Fassina, responsabile economico del PD, in risposta ad alcune sollecitazioni degli organi di stampa? “Fassina chi?” disse. Ecco, parafrasando quella risposta, diciamo: LAZIO…..che? Che cosa pretendi cara LAZIO, che cosa cerchi o meglio che cosa pensavi di fare? Alla luce del risultato negativo contro il Napoli alla fine del girone d’andata è questa la considerazione, secondo noi, da fare. A mente fredda, quindi lontano dalle emozioni dei novanta minuti della gara,la LAZIOha dimostrato per l’ennesima volta che poteva competere a certi livelli, se solo la programmazione societaria l’avesse voluto e contemplato. La sconfitta con il Napoli, da tutti ritenuta all’inizio del torneo una squadra in grado di competere per lo scudetto, ha ribadito ulteriormente l’egregio lavoro, il miracolo, dell’allenatore Stefano Pioli, che ha dato ad una squadra “normale” un’identità precisa, un gioco, una mentalità comunque competitiva. Si perchéla LAZIOè una squadra normale ed il tecnico, in silenzio e senza fare proclami, l’ha plasmata rivoluzionandone gli assetti consolidati da diversi anni. Due stagioni fa Petkovic tentò un cambiamento che però, dopo un pre-campionato imbarazzante, fu subito accantonato e la squadra arrivò fino all’inizio del girone di ritorno a soli tre punti dalla Juventus, con un gioco minimalista teso al raggiungimento del risultato garantito. Come ricorderete poi ci fu un crollo verticale determinato dall’esiguità della rosa, da infortuni importanti e soprattutto dal mancato sostentamento della stessa rosa in sede di mercato di riparazione. Poi la stagione 2013 finì in gloria per il famoso derby di Coppa Italia vinto, ma a che prezzo?
Quest’anno, dopo l’ennesimo campionato mediocre salvato da zio Edy Reja, ecco la variabile assolutamente “non programmata” dalla società e cioè l’ingaggio di Pioli, come terza scelta rispetto ad Allegri e Donadoni, e di qualche giocatore appunto normale. Voi pensate, amici lettori, che una società che vanta di avere “un progetto” faccia una figura come quella fatta nella trattativa Astori? Per ribadire il concetto e senza troppe disamine questa è la società che ad inizio 2007 sottovalutò le dichiarazioni di Peruzzi che avvertiva che a fine stagione avrebbe smesso di giocare; per tutta risposta il presidente, in sede di campagna estiva di rafforzamento, si presentò con un ragazzino sbarbatello come Muslera ed il 44enne Ballotta come titolare, oltre che in campionato anche in Champions! Per quanto tempo si è tirato a campare con due giocatori come Diaz e Biava che andavano supportati da forze fresche invece di essere spremuti fino all’osso, oppure la pazzia di rinnovare a Klose con addirittura l’opzione per la prossima stagione! Rimanendo al campionato attuale, una volta che ci si rende conto che stai andando oltre ogni più rosea aspettativa, perché non tentare con un difensore, un centrocampista ed una punta vera il salto definitivo? Qualcuno dirà che comunque qualcosa è stato fatto e che la società non ha problemi relativamente all’aspetto economico, ma non è questo il punto. Quello che è la considerazione “a mente fredda” è che non si ha minimamente la volontà di far crescerela LAZIO.Ognianno presenta sempre un’occasione per inserirsi nel grande giro e non c’è mai neppure il tentativo di provarci.
Il discorso non è quello di pretendere acquisti faraonici che non appartengono a queste latitudini, bensì quello di pianificare un progetto che parta massicciamente dal settore giovanile e che arrivi alla prima squadra. Qualche tempo fa abbiamo citato realtà come l’Atletico Madrid o il Borussia Dortmund, che da situazioni vicine al fallimento sono poi arrivate al tetto d’Europa, sfiorando la vittoria in Champions. Queste realtà hanno investito su mercati alternativi sfruttando la competenza di operatori capaci e non si sono accontentate di “galleggiare” come chi comanda nella LAZIO.
Un’ ultima considerazione: ma voi ad una società, peraltro quotata in Borsa, che da un anno a l’altro diminuisce il proprio fatturarato di ben 35 milioni di euro, che non ha uno sponsor da più di sette anni pur avendo un bacino di utenza di più di un milione di sostenitori ecc., ecc. che cosa direste?
A Roma c’è un modo di dire esaustivo: LAZIO…..de che?