Nonostante una partita orgogliosa, la Lazio subisce una brutta sconfitta ad opera del Napoli per 4-2
Roma, 13 aprile – La corsa europea della Lazio di Reja, fin qui condotta con risultati sorprendenti e favorevoli ad una clamorosa rimonta biancocelesta ai danni delle formazioni di testa, frena paurosamente a Napoli.
In una partita dall’esito non scontato ma comunque prevedibile, la squadra di Rafa Benitez fa valere il miglior tasso tecnico e riesce nel difficile compito di battere una Lazio mai doma.
In emergenza per i soliti troppi infortuni, la Lazio scende in campo con una formazione fortemente rimaneggiata: Reja sceglie un 3-4-3 dove, davanti a Berisha, i centrali sono Cana, Ciani e Radu, viste le assenze dei titolarissimi Biava e Dias. Il centrocampo è composto da Konko, Onazi, Ledesma come playmaker e Lulic, mentre nel tridente non c’è nemmeno un attaccante autentico: Mauri, infatti, gioca come falso-nove, intento a propiziare gli inserimenti di Candreva e del redivivo Felipe Anderson.
Il Napoli, invece, esclude clamorosamente Marek Hamsik dal novero dei suoi titolari: Henrique, Albiol, Britos e Ghoulam proteggono il portiere Reina, mentre la coppia di mediani composta da Jorginho e Behrami ha il compito di dare fisicità e tecnica alla squadra partenopea. Dietro l’unica punta Higuain, invece, i trequartisti sono Mertens, Pandev e Lorenzo Insigne.
Le motivazioni delle squadre sono agli antipodi: mentre la Lazio è impegnata in un’estenuante corsa per tentare il recupero alla zona Europa League, il Napoli ha l’obbligo di chiudere dignitosamente il campionato in attesa della finale di Coppa Italia; è troppo lontana, infatti, la Fiorentina per rappresentare un autentico pericolo per la squadra di Rafa Benitez in ottica terzo posto, così come la Roma seconda è praticamente irraggiungibile per l’undici partenopeo.
Le prime fasi di partita sono estremamente equilibrate, con la Lazio che presenta un Felipe Anderson in ottimo stato di forma sulla fascia sinistra ed un Mauri molto attivo nella sua nuova collocazione di falso nove. Nella Lazio, infatti, oltre al solito Klose, si è aggiunto tra gli infortunati dell’ultimo momento Balde Keita; con le condizioni di Helder Postiga non ancora ritenute idonee da Reja per partire da titolare (specie dopo il mezzo flop con la Sampdoria), è allora il centrocampista lombardo a dover mettere pressione ai centrali del Napoli.
Il Napoli trova insolite difficoltà nel costruire gioco proprio per il grande pressing dei giocatori biancocelesti, ed escluso un intervento di Cana su Higuain lanciato a rete (che porta al giallo il centrale albanese), la Lazio sembra a proprio agio nel fermare le manovre partenopee: intorno al ventunesimo, infatti, è proprio la Lazio a passare con Senad Lulic, che riceve un gran pallone da Mauri, finta il passaggio e disorienta Albiol prima di battere Pepe Reina sul secondo palo.
La reazione napoletana si concretizza col passare dei minuti e, dopo una grande parata di Berisha su Higuain lanciato da Insigne ed un buon salvataggio di Reina su Felipe Anderson che scherza Mertens, è proprio l’ala belga a realizzare un fantastico gol per il pari: accentrandosi da sinistra, Mertens guadagna spazio su un Konko troppo restio all’entrata e scarica un destro potentissimo che sibila vicino all’incrocio dei pali, battendo l’incolpevole Berisha.
Il primo tempo si chiude con un battibecco tra Ledesma e lo stesso Mertens e con la sensazione che nella ripresa entrambe le squadre possano vincere la partita. A pochi minuti dal fischio d’inizio del secondo tempo, invece, l’equilibro del primo tempo si spezza inesorabilmente insieme alle speranze della Lazio: Lorik Cana, infatti, atterrando in area di rigore l’indiavolato Mertens procura contemporaneamente la sua espulsione per doppio giallo ed il calcio di rigore per il Napoli: è Higuain a realizzare di potenza il 2-1 per gli azzurri.
La Lazio sembra subire il colpo: la piena emergenza di uomini, unita allo svantaggio sia numerico che di risultato è tale da far si che solo una una grandissima squadra potrebbe riuscire a reagire incisivamente; una grandissima squadra sicuramente non è la Lazio attuale, tant’è vero che l’ennesimo crollo difensivo intorno al settantesimo chiude la partita: il subentrato Diego Novaretti si fa saltare con una facilità impressionante da Higuain e lascia l’ex Real Madrid libero di battere al volo a rete e di portare il Napoli sul 3-1.
Nonostante l’ingresso nella Lazio di Helder Postiga , col chiaro intento di Reja di dare peso ad un attacco troppo evanescente nella ripresa, è il Napoli a sfiorare più volte il 4-1: Berisha è super sia su Higuain che su Insigne. Inaspettatamente, però , come un lampo a ciel sereno la Lazio trova con Onazi il 3-2 ad una decina di minuti dalla fine ed i partenopei iniziano a subire il nervosismo e la pressione del risultato.
La Lazio prova a gettare il cuore oltre l’ostacolo fino al terzo dei quattro minuti di recupero quando Ciani, salito a fare il centravanti, con un colpo di testa fa correre l’ultimo dei brividi di paura ai tifosi napoletani: un brivido diverso, un minuto dopo, sarà dato agli stessi tifosi ancora da Higuain, che per l’ennesima volta supera un Novaretti quantomeno inadeguato alla nostra Serie A e realizza davanti a Berisha il gol del 4-2 e della sua fiammeggiante tripletta.
Il gruppo di Benitez vince ed ipoteca, una volta più che mai, il terzo posto valevole per i Playoff di UEFA Champions League. La Lazio, dal canto suo, resta in piena corsa per l’Europa League grazie al mezzo passo falso del Parma, ma da adesso al finale di stagione non si potrà davvero più sbagliare.