Al Camp Nou, davanti a quasi centomila persone, gli uomini del “cholo” Simeone strappano un pareggio che vale il trionfo nella Liga. Adesso la testa alla finale del 24 Maggio.
Roma 18 Maggio- Doveva essere un finale thriller: lo preannunciavano la situazione, l’atmosfera bollente del Camp Nou e le parole di ogni giocatore blaugrana, allenatore compreso,cariche di speranza e incredulità nell’essere ancora in gioco. Ed è stato così.
La partita decisiva della Liga tra Barcellona e Atletico Madrid finisce con un pareggio, 1 a 1, e consegna agli uomini di Simeone il trionfo in campionato. Novanta minuti di pura carica agonistica, molta corsa e tanta passione. Anche per questo i colchoneros si esaltano e superano anche la sfortuna quando si abbatte violenta sulle loro spalle: in otto minuti infatti escono per infortunio Diego Costa e Arda Turan.
A guardare l’attaccante brasiliano in lacrime seduto in panchina qualcuno già professa un crollo psicologico dei madrileni, ma non ha fatto i conti con la grinta che riescono a mettere in campo reggendo al possesso palla del Barcellona senza rischiare troppo. A far sognare i centomila del Camp Nou però è Alexis Sanchez che dopo aver raccolto un assist di Messi infila Courtois con un gol meraviglioso, diciannovesimo in stagione. Il calore blaugrana si accende sugli spalti, per la prima volta Martino assapora la speranza di rinfacciare a tutti le proprie capacità abbandonando la panchina del Barcellona da vincitore. Simeone intanto sorride e pensa a cosa dovrà dire ai suoi negli spogliatoi. Probabilmente non lo sapremo mai, magari tra qualche anno in un documentario, il “cholo”, ce lo svelerà, fatto sta che il suo discorso ha un effetto devastante.
L’Atletico rientra in campo con ordine, cattiveria e voglia di ribaltare un risultato che rischia di distruggere un’annata pazzesca: Villa colpisce un palo e grazia Pinto in un paio di occasioni. A riequilibrare la gara ci pensa Godin, su calcio d’angolo, con un colpo di testa imperioso. Per la nona volta in stagione da calcio piazzato l’immobile difesa del Barça subisce gol e i quasi cinquecento tifosi dell’Atletico impazziscono sugli spalti. Il Barcellona, a differenza dell’avversario, subisce il colpo e perde la concentrazione. Entrano Song e Xavi mentre il popolo barcellonista prova a scuotere i ragazzi di Martino. Un gol di Messi viene annullato per fuorigioco, Piquè si lamenta per la mancata concessione di un rigore e poco altro. Courtois e compagni riescono a tenere fino alla fine senza troppi sforzi e a conquistare un titolo meritatissimo.
Tra gli applausi di tutti i presenti allo stadio il Cholo viene portato in trionfo dai suoi uomini.
E’ il decimo titolo dell’Atletico Madrid, il primo dal 1996 e soprattutto è la prima squadra a riuscire nell’impresa di rompere l’egemonia di Real e Barcellona, durata circa nove anni. Al Barcellona rimane solo il quinto pareggio stagionale contro Simeone & co. e la sfortuna di averli incontrati, eliminazione inclusa, anche in Champions League.
Ora l’attenzione è tutta alla finale del 24 maggio contro i cugini del Real, vittoriosi contro l’Espanyol, nella quale probabilmente mancheranno sia Diego Costa che Turan. Ma questo Atletico ha dimostrato che è capace di sconfiggere chiunque, sfortuna compresa.
E’ doveroso però un veloce viaggio in Inghilterra dove è andato in scena l’atto conclusivo della “F.A. Cup” tra Arsenal e Hull City. I Gunners hanno avuto una partenza da brivido subendo un doppio svantaggio nei primi dieci minuti del match. La rimonta, grazie alle reti di Cazorla e Koscielny, permette agli uomini di Wenger di conquistare i supplementari. Al 109esimo il colpo rasoterra di Ramsey regala ufficialmente la coppa alla squadra londinese. Il digiuno dell’Arsenal e del tecnico alsaziano termina così dopo nove anni.
L’urlo dei Gunners si alza alto nel cielo: una vittoria pazza in puro stile Arsenal.