Roma, 7 settembre 2019 – La peggiore Italia dell’era Mancini ringrazia l’arbitro e torna da Erevan con un immeritato 3-1 che sancisce il dominio nel girone di qualificazione. Manca solo il suggello del match contro la Finlandia di domenica, dopodomani.
Azzurri superqualificati all’Europeo in una pole che più facile non poteva capitare, ma anche squadra che ha smesso di crescere denunciando grossi limiti di gioco e di scelte.
Sarà forse a causa del periodo stagionale anticipato agonisticamente, ma questa Italietta ricorda la formazione guidata da Ventura che ha fallito la qualificazione ai Mondiali russi, ma anche la ultima arretrata Juve di Allegri .
In realtà si trattava della medesima squadra impostata su modulo e uomini bianconeri. Dove dominante era la figura di Bonucci.
Giocatore che è riuscito a mascherare i suoi limiti di difensore, con la grande abilità di goleador nelle aree di rigore avversarie.
I suoi limiti nel “Unocontrouno” e tardivi recuperi, sono stati sempre coperti da Giorgio Chiellini, il vero baluardo del blocco juventino a Torino come in Nazionale.
Intanto Bonucci si appropriava della nomea di Regista della difesa, ritardando attorno a lui l’adozione palleggio corto difensivo in fase di disimpegno o di ripartenza di gioco.
La “regia bonucciana” imponeva lanci lunghi verso gli attaccanti isolati con perdita del possesso nella maggior parte delle circostanze. A volte, però da un calcio di punizione o d’angolo, emergeva la testa del centrale viterbese a mettere in rete.
Reti di difensore ad accrescerne l’importanza ed a nascondere i danni prodotti alla Juve e, di conseguenza, al calcio italiano.
Assurdo quanto accaduto a Torino, che essersi liberato di lui cedendolo al Milan, dopo il tonfo dei rossoneri e del suo allenatore, lo richiama in bianconero a ri-inguiare definitivamente Allegri per chiamare Sarri, di Bonucci l’esatto opposto.
È da domandarsi quale concezione di calcio avrà il sopravvento?
Per quanto visto con il tecnico a casa, si è notato un Bonucci leader ed un timido De Ligt a fargli da scudiero.
La sorpresa negativa ieri a Erevan è stato vedere in campo la stessa Italia stamp “old juve” di Ventura. Una formazione spesso travolta in difesa dagli armeni dove, a parte le felici incursioni sulla fascia sinistra di Emerson (perfetto assist al 25’ per l’1-1 di Belotti) i tentativi di gioco azzurro si estrinsecavano nei puntuali lanci lunghi alla “Sperindio” di Capitan Bonucci. Tutti sprecati tranne il settimo che il fresco neo entrato Lorenzo Pellegrini ha deviato abilmente in rete per il sospirato 2-1, tirando profitto di un avversario che da oltre mezzora giocava in dieci a causa di un arbitro sprovveduto, il tedesco Siebert, che ha considerato da secondo giallo e da espulsione, il regolare contatto aereo a metà campo fra il centroavanti armeno Karapetyan autore del vantaggio, provocato da un fallito contrasto di Barella combinato con una ritardata chiusura di Bonucci.
Italia con 5 vittorie su 5 partite ma, in grosso regresso di gioco e di forma. Accettabile in questo periodo della stagione.
Ciò che deve preoccupare è una “Belluccizzazione” che potrebbe far fare a Mancini la fine di tanti illustri predecessori.
Discorso pari pari per Sarri a Torino.
Un tema stimolante per Italia-Finlanfia e la ripresa del campionato.