Roma, 20 giugno – C’è qualcosa che non mi convince in questa prima iniziale sessione di calciomercato. Di solito appena conclusa la stagione agonistica si tirano le somme e chi ha avuto difficoltà comincia a darsi da fare per cercare di azzerare le negatività del passato, non fosse altro che per dare anche alla piazza, ai tifosi un segnale che le cose stanno cambiando.
Quindi, per quanto riguarda i fatti di casa nostra, uno si aspetta che, per esempio, Inter e Milan comincino a darsi da fare a sparare le prime significative cartucce.
Invece succede che la regina incontrastata degli ultimi quattro campionati , la Juventus, parte a razzo con acquisti di spessore come Khedira, il gioiellino Dybala, l’under 21 Rugani e soprattutto il centravanti Mandzukic, accentuando a mio avviso il già notevole “gap” con le avversarie italiane.
È evidente che la strategia è rivolta principalmente all’Europa, dove la Juventus è arrivata a sfiorare il grande obiettivo della Champions. E a questo proposito faccio una considerazione sull’ultimo colpo relativo all’ex puntero dell’Atletico Madrid in contrapposizione con l’addio di Tevez, che ritorna in patria verso il Boca.
A favore di Mandzukic, in prima battuta, c’è l’età. Due anni di meno alla soglia dei trent’anni si fanno sentire, ma soprattutto la “fisicità” del croato ed una vena realizzativa di primo livello rispetto, tanto per dire, a Llorente, che in quanto a segnature ha mostrato dei limiti. Nell’ultima stagione in Spagna Mandzukic ha realizzato 20 reti, mostrando anche una personalità di rilievo. Non soffre i grandi appuntamenti e lavora molto per la squadra. Credo, da questo punto di vista, che la valutazione dei dirigenti juventini sia stata anche dettata dal fatto di avere un giocatore di assoluto livello come Morata, bisognoso più di un toro che gli fa il lavoro sporco.
A sfavore del croato, e di conseguenza a favore di Carlitos Tevez, c’è però la maggior classe dell’argentino, dotato di maggior tecnica, anche se nell’ultimo periodo questa non è stata sufficiente per il conseguimento del grande obiettivo europeo. Quel deficit fisico di cui accennavo in precedenza non ha portato Tevez ad essere fresco per il gran finale. Questo unitamente all’ormai ciclico tormentone di un suo ritorno in Argentina, nel suo amato Boca, che avrà fatto considerare lo staff bianconero che era inutile insistere su un calciatore ormai pago del palcoscenico europeo.