Roma, 25 gennaio – Lunedì sera, Napoli-Genoa chiuderà la prima giornata del girone di ritorno.
La gara è bella e attesa dalle due tifoserie perché sono unite da un antico gemellaggio, che risale addirittura al 1982. Una bella storia di calcio, in un momento in cui spesso, nei fatti di football, la cronaca nera si sostituisce a quella sportiva.
Riavvolgiamo il nastro della memoria, dunque, e torniamo alle origini di questa bella avventura che, quando arriva Genoa-Napoli o Napoli-Genoa, ci fa davvero vivere la partita come andrebbe vissuta: tutti insieme appassionatamente, ognuno a fare il tifo per la propria squadra, ma nel massimo rispetto dell’avversario. E alla fine, chi ha vinto ha vinto, tutti amici come prima.
Il 16 maggio del 1982 al San Paolo si giocava Napoli-Genoa, gara valida per l’ultima giornata del campionato, che allora era a 16 squadre e 30 turni, con 3 retrocessioni.
Un torneo, dunque, molto più snello e veloce, nonché, forse anche per questo, più appassionante.
Il Napoli era allenato da Rino Marchesi e in campo schierava giocatori come Krol e Bruscolotti (che poi sarebbe stato il capitano dello scudetto) e con un punto sarebbe arrivato quarto e qualificato in Coppa Uefa.
Il Genoa di Gigi Simoni, invece, lottava per la salvezza e per raggiungerla doveva strappare un punto al San Paolo per avere la meglio sulla diretta concorrente Milan, che giocava a Cesena e che era tornato in A proprio in quel torneo dopo essere stato retrocesso d’ufficio in B per lo scandalo calcio-scommesse.
Dopo tre minuti il Genoa passa in vantaggio con Briaschi, ma nel secondo tempo il Napoli ribalta il punteggio in appena sei minuti con Criscimanni e Musella. Intanto a Cesena il Milan, che stava perdendo 2-0, passa in vantaggio per 3-2 con i gol di Jordan, Romano e Antonelli e così si chiude la partita. Al fischio finale i rossoneri esultano, ma al San Paolo la partita non è ancora finita e i tifosi azzurri cominciano a sostenere il Genoa, sperando nella salvezza dei genoani, che per raggiungerla, però, devono segnare il 2-2. Ci riescono all’85 grazie ad un clamoroso errore del portiere del Napoli Castellini, che regala un angolo ai grifoni. Da qui arriva il gol del difensore rossoblu Faccenda (tra l’altro nativo di Ischia) che salva il Genoa e suggella un’amicizia tra napoletani e genoani che dura ancora oggi.
E proprio Mario Faccenda, intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss, ha ricordato quel giorno: “Castellini, ebbe un infortunio in occasione di un calcio d’angolo. Se uno ci pensa un attimo, quella palla sarebbe potuta anche entrare in rete. Per fortuna non fu così, immaginate che casino che sarebbe venuto fuori. Invece, dal calcio d’angolo venne fuori il mio gol nel finale di gara. La cosa importante fu la salvezza del Genoa che diede vita ad un favoloso gemellaggio con gli azzurri che dura tuttora e che spero possa durare ancora per tantissimi anni. Quando c’è un gemellaggio tra due tifoserie vuol dire che bimbi, signore, mamme, nonni e nonne possono andare tranquillamente allo stadio. Tutto diventa una festa, un divertimento, il risultato sul campo conta ma alla fine la cosa più importante è il divertimento sugli spalti”.