Nazionale. Segna Okaka, Albania ko
L’Italia sperimentale va. Conte: “Lasciateci lavorare in pace”.
Genova, 18 novembre – Si giocava a Genova, ma sembrava di essere a Tirana, tanti erano i tifosi albanesi sugli spalti del Ferraris. Le fonti dicono diecimila, ma sembravano molti di più.
In pratica chi ha giocato in trasferta è stata l’Italia molto “rossoblucerchiata” schierata da Conte per omaggiare le due squadre genovesi nel match organizzato per aiutare la loro città.
De Silvestri e Antonelli in difesa, Bertolacci a centrocampo, il trio Cerci-Destro-Giovinco, che cambia al 20’ della ripresa con altri due innesti “genovesi”, il rossoblu Matri e l’esordiente blucerchiato Okaka, per Destro e Giovinco. Alcuni minuti prima proprio Destro, per avere il quale sembra che l’Arsenal abbia pronta un’offerta di 20 milioni di euro da presentare alla Roma, aveva fallito un’ottima occasione per portare in vantaggio l’Italia calciando a lato da buona posizione. Poi debutta anche il rossoblu Perin ed entra il doriano Gabbiadini e l’Italia finisce il match avendo schierato ben sette giocatori delle due squadre genovesi.
A memoria ci sembra un record.
Il cambio più bello, però, è quello dell’80’ tra Acerbi e Bonucci, con il difensore del Sassuolo che veste l’azzurro dopo aver sconfitto un tumore ad un testicolo. Un messaggio di speranza per i tanti che soffrono. Subito dopo (81’) Okaka porta in vantaggio gli azzurri con un bel colpo di testa, firmando la seconda bella favola della serata: esordio con gol nello stadio in cui, in campionato, gioca da padrone di casa con la Sampdoria.
Soddisfatto, ma anche polemico, Conte, che a fine partita ha dichiarato alla Rai: “Su 6 partite ne abbiamo vinte 5 e pareggiata 1. Continuo a lavorare con ragazzi che hanno voglia di fare e di entrare nel circuito della nazionale. Mi è piaciuta molto la loro applicazione nella gara, anche perché l’hanno preparata in soli due giorni, a dimostrazione che se si vuole si può. Giovani e vecchi avanti così, dunque, perché non ci aiuta nessuno. E voi dovete avere pazienza, dovete far lavorare le persone e vedrete che i risultati arriveranno. Io ho bisogno di lavorare con questi ragazzi, ma più di quanto riesco a fare ora. Con loro non devo stare solo ogni quattro mesi, altrimenti, se la nazionale viene dopo tutto, allora poi non chiedete la luna e tirate le somme”.