Calcio. La teoria dei numeri forti

Totti farà il dirigente e la Roma non ritirerà la sua n.10.

Roma, 17 giugno 2017 – Sedici anni fa la Roma giallorossa festeggiava lo scudetto di Sensi, Capello, Batistuta, Montella e Totti. Oggi si interroga sul futuro del capitano.

Farà il dirigente a 600mila euro l’anno come da accordi precedentemente presi (con ruolo da stabilire, ma probabilmente legato all’area tecnica) oppure sceglierà altre strade (anche se al momento quella di continuare a giocare altrove sembra proprio da scartare)? Tutto fa pensare che al ritorno dalla vacanza a Mikonos della prossima settimana propenderà per la prima ipotesi, anche perché l’arrivo del suo grande amico Di Francesco in panchina lo spingerebbe a lavorare di nuovo insieme, anche se fuori dal campo. E la Roma tutta ne guadagnerebbe moltissimo, ritrovando di colpo una colonna vertebrale giallorossa che sarebbe la miglior rappresentazione di quel “senso di appartenenza” del quale lo stesso Di Francesco ha parlato nel giorno della presentazione.

Totti dirigente, lo stesso Di Francesco (di natali abruzzesi, ma molto romanista dentro) in panchina, De Rossi capitano, Florenzi vice-capitano e il rientrante Pellegrini (che tornerà) in squadra.

In attesa del verificarsi di tutto questo, lo stesso Totti avrebbe detto alla società di essere contrario al ritiro della sua n.10, perché i ragazzi che si avvicinano al calcio devono poter sognare di indossarla. Siamo perfettamente d’accordo con lui.

La moda recente di ritirare le maglie dei campioni non ci è mai piaciuta, anche perché questi sono diventati tali proprio perché hanno avuto la possibilità di indossare la 10, la 9, la 7, la 6, la 14, la 5 e la 1 che altri campioni, in passato, avevano sulle proprie spalle prima di loro.

I numeri forti devono indossare la maglia che gli compete.

Quelli che l’hanno messa prima di loro, tanto, sono già nella storia e nella leggenda del calcio.

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