Roma, 19 aprile – Viste le recenti gogne alle quali i cosiddetti ultras stanno sottoponendo i propri beniamini dopo le sconfitte un po’ in tutta Italia, viene da pensare che quando Winston Churchill diceva “Gli italiani fanno la guerra come se giocassero a pallone e giocano a pallone come se fosse una guerra”, aveva ragione.
A Cagliari l’altro ieri i curvaroli d’assalto sono entrati nel centro di allenamento di Assemini per insultare i giocatori (rei di impegnarsi poco, tanto che stanno per retrocedere) e addirittura schiaffeggiarne qualcuno.
A Bergamo, l’altra settimana, era accaduta la stessa cosa, ma gli ultras si erano limitati alla sola reprimenda verbale del gruppo.
A Roma, dopo l’eliminazione subita in Europa League per mano della Fiorentina, la curva pretese che i giocatori giallorossi sfilassero a capo chino sotto di lei per prendersi gli insulti di chi si crede padrone del calcio solo per la passione che ci mette.
Come se agli altri tifosi non fregasse niente se la propria squadra vince o perde.
In passato la stessa cosa era accaduta ai genoani, ai baresi, ai padovani e potremmo continuare all’infinito. Guardiamo, ci schifiamo e non capiamo perché questo popolo italico si incazzi così tanto per la sconfitta della propria squadra del cuore e non faccia altrettanto per tutte le prese in giro quotidiane alle quali è sottoposto da ormai troppi anni da una classe politica incapace e a volte ignorante delle stesse leggi che emana.
Aveva proprio ragione il mai troppo rimpianto Churchill.
Ci indigniamo per le stupidaggini pallonare e non per le cose serie che ci condizionano la vita di tutti i giorni.
Duole dirlo: ma ogni popolo ha i governanti che merita…