Roma, 20 febbraio – Il nostro è un paese che si sta sgretolando soprattutto per l’incapacità di far rispettare le leggi (che pur ci sono) e di applicarle. Ma anche per la totale allergia alla prevenzione e alla programmazione, per l’atavico vivere alla giornata al quale siamo abituati e per le truffe piccole o grandi della vita di tutti i giorni che restano, puntualmente, impunite.
E il calcio è lo specchio fedele di questa decadenza civile.
Ieri gli olandesi barbari e assetati hanno distrutto il centro di Roma perché nessuno ha avuto la volontà politica di farli smettere come si dovrebbe in questi casi (talvolta il ricorso alla forza è necessario, seppur brutto, non si può vivere sempre di buonismo).
Oggi la Federcalcio comunica la partita di serie A Parma-Udinese di domenica è stata rinviata ad altra data dopo aver preso atto del provvedimento con cui il Prefetto di Parma ha disposto ch si sarebbe potuta svolgere solo a porte chiuse.
E sapete perché?
Perché la società emiliana in cassa ha solo pochi spiccioli che non bastano a garantire l’allestimento dello spettacolo calcistico neppure per una partita. E per le prossime che si farà? E così si garantisce il regolare svolgimento del campionato? E ora, visto che i giocatori del Parma, i tecnici e i dipendenti non sono pagati da mesi, si continuerà a tollerare la situazione come se nulla fosse oppure si prenderanno quei provvedimenti che dovevano essere presi ad inizio campionato? Ma i controllori dei conti delle società (che se non li hanno a posto non dovrebbero iscriversi ai tornei) che hanno fatto? Perché è stato consentito al Parma di partecipare al campionato di serie A se si temeva il fallimento da un momento all’altro? Oppure i suoi debiti ingenti erano stati tenuti sapientemente nascosti?
Domande che frullano nella testa degli sportivi e che appaiono grottesche per un paese che si definisce civile e di diritto. Ma quale diritto? Quello che consente a molti, in tutti i settori, di non pagare i propri dipendenti o fornitori con la certezza di non essere perseguiti per questo perché, tanto, la giustizia civile va a rilento.
Ecco, questa è la realtà della nostra bella Italia che affoga nei debiti e nell’illegalità. Il Paese dove tutto è permesso e niente è punito. Basta dichiararsi falliti, non possedere nulla e, oplà, il gioco è fatto. I debiti spariscono e si ricomincia con un altro nome. Ma così non si cresce, anzi si finisce con il morire.
È grottesco leggere quanto riporta “gazzetta.it”, ovvero che “il Parma non ha nemmeno la possibilità di aprire lo stadio regolarmente, ma non subirà la sconfitta a tavolino. Il presidente Manenti è ancora in attesa dello sblocco dei fondi per pagare gli arretrati”. Intanto che si fa? Si continua a giocare sperando nella Divina Provvidenza?
Ma dai, basta con queste continue prese in giro, che non screditano solo il calcio, ma tutto il sistema Italia.
Altro che ottimismo. Qui c’è da piangere, se non da ridere amaramente per quanto stiamo diventando ridicoli. Noi che, al tempo degli antichi romani, eravamo la patria del diritto.