Pericolo boicottaggio per i mondiali di calcio in Russia

Le tensioni tra l’Europa e la Russia per l’Ucraina potrebbe mettere a rischio il Mondiale del 2018.

(Vladimir Putin (d) e Sepp Blatter (s) Presidente Fifa)

Roma, 4 settembre – Da est venti di guerra spirano sul mondo, da sempre preda delle follia degli uomini e della loro insaziabile sete di potere. Alle perenni tensioni dei paesi arabi si sono aggiunte quelle generate da Ucraina e Russia, con l’Europa che si preoccupa del risveglio di quest’ultima e ne parla al vertice della Nato in Galles, dove si studiano nuove e più pesanti sanzioni per Putin e soci.

Un tema che, stando a quanto scrive l’autorevole Gazzetta dello Sport, potrebbe finire con il toccare anche il mondo dello sport in generale e del calcio in particolare, visto che i prossimi Mondiali del 2018 si dovrebbero svolgere proprio in Russia.

Ma se la situazione sarà ancora quella di questi giorni (sperando che non peggiori ulteriormente) in molti cominciano ad ipotizzare un boicottaggio dei Mondiali russi da parte dei Paesi Europei. Cosa che renderebbe praticamente nulla la competizione, visto che ipotizzare un Campionato del Mondo senza la Germania, l’Italia, la Francia, l’Inghilterra, la Spagna e tutte le altre nazioni che hanno fatto la storia del calcio insieme a Uruguay, Brasile e Argentina è davvero impossibile. E se così sarà il Mondiale sarà morto, a meno che non venga riassegnato ad un’altra nazione (in corsa con la Russia, ai tempi dell’assegnazione, c’era l’Inghilterra).

Ovviamente va precisato che si tratta solo di voci e di  ipotesi e che il boicottaggio e la riassegnazione del Mondiale al momento sono improbabili. Ma se ne parla. La speranza di tutti, è chiaro, è che la crisi internazionale scatenata dalle vicende ucraine rientri e che tutto torni al più presto alla normalità. Anzitutto per la povera gente rimasta invischiata nel conflitto e per la serenità del mondo. Poi anche per lo sport, che già negli anni della guerra fredda pagò le tensioni tra l’allora Urss e gli Stati Uniti con i boicottaggi reciproci (e dei relativi alleati) ai giochi olimpici svoltisi in Unione Sovietica nel 1980 e negli States nel 1984.


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