Roma, 17 dicembre 2022 – King, Soldatino e D’Artagnan … Ah no, scusateci. Quelli erano i nomi dei cavalli del famosissimo film “Febbre da cavallo”.
I nomi dei cammelli che sono all’origine della “terribile” febbre che ha colpito molti giocatori della nazionale francese in vista della finale di domani, invece, non li conosciamo.
Ma sono loro che, inconsapevolmente, stanno condizionando i pronostici di Francia-Argentina, in campo domani alle 16.00 con diretta tv in chiaro su Raiuno.
Perché non si scherza con la forma virale e para-influenzale che nasce dai “gobbi” del deserto (i cammelli, non fraintendeteci) e che ha iniziato a circolare nella nazionale francese già prima della semifinale contro il Marocco.
Se ti prende non giochi. Punto. Come è capitato a Upamecano e Rabiot contro i marocchini.
E come potrebbe capitare ai già colpiti Kanté, Varane, Coman o a chissà chi altro dei loro compagni, se il virus gli uscisse proprio in queste ore di vigilia, contro l’Argentina.
Insomma, che succederà? Chi giocherà? In Francia sono le domande principali di questi giorni, anche se i francesi sono quasi tutti convinti che la coppa la rivinceranno loro.
Eguagliando, così, il doppio successo consecutivo dell’Italia di Pozzo del 1934 e del 1938, il secondo dei quali arrivato proprio a Parigi.
Dubbi, domande, insicurezze delle quali l’Argentina, apparentemente, se ne frega. Forte, a sua volta, delle sue certezze.
Messi è il giocatore più forte del mondo e i cammelli li dribbla pure (fonte Lele Adani).
La nostra celebre garra e la classe di molti di noi ci aiuteranno a sconfiggere la grandeur della Francia. E così via.
Allora? Per noi sarà una bella finale. Tattica, certo, ma anche molto aperta.
E se ci chiedete di fare Mandrake/Gigi Proietti o er Pomata/Enrico Montesano di “Febbre da cavallo” per consigliarvi su quale delle due puntare vi diciamo: Francia!
Ma il tifo, lo confessiamo, è per l’Argentina, per la quale avevamo scelto di stare già alla vigilia del Mondiale.
Perché è un Paese che ci piace, perché pensiamo che Messi meriti davvero di vincere questa coppa, perché il calcio argentino sforna talenti a raffica ma è, poi, costretto a vederli partire per paesi e club più ricchi per finanziarsi.
E, dunque, vive intorno ad un campionato, a delle squadre, a delle tifoserie calde e appassionate che non fanno in tempo a godersi i loro campioni immensi come, invece, meriterebbero.
E tifiamo Argentina anche perché, in fondo, moltissimo argentini sono pure mezzi italiani!