Roma, 21 novembre 2022 – Per colpa degli infortuni, figli di un calendario massacrante, assisteremo ad un Mondiale spuntato.
E già, perché a fare le spese degli acciacchi muscolari che derivano dall’intensità con cui si gioca sono soprattutto gli attaccanti.
Il francese Benzema (nella foto) ha alzato bandiera bianca proprio alla vigilia della competizione e così il Mondiale ha perso il Pallone d’Oro 2022.
Il belga Lukaku, che non ha giocato quasi mai con l’Inter da quando è tornato a Milano, salterà le prime due partite del Belgio, che conta di qualificarsi anche senza di lui.
Ma se poi non ci riuscirà il Mondiale dirà addio anche a Lukaku. Un’altra delle stelle tanto attese.
L’Argentina ha dovuto rinunciare in un colpo solo al presunto titolare Nico Gonzalez (della Fiorentina) e alla riserva chiamata in fretta e furia per sostituirlo, l’interista Correa.
L’Olanda ha in Depay un caso simile a quello di Lukaku: intanto non gioca contro il Senegal, poi si vedrà.
Questi sono solo alcuni esempi, i più eclatanti per la fama dei giocatori interessati. E speriamo che le loro non siano solo le prime assenze con cui si dovranno fare i conti a Qatar 2022.
Perché che spettacolo è se i principali attori attesi come protagonisti poi non ci sono?
Se lo chieda la FIFA, che ha voluto far giocare a tutti i costi questo Mondiale in Qatar e in inverno inserendolo nel bel mezzo di una stagione che ha costretto le squadre di club a giocare ogni tre giorni.
E che, pur di andare a fare bella figura con i qatarini, ha ordinato addirittura di sospendere i campionati nazionali come mai era accaduto prima.
Così che questi sono diventati due campionati in uno e le stagioni sono state falsate.
E se lo chiedano anche le televisioni che hanno acquistato a fior di soldoni i diritti del Mondiale.
Perché se mancano i campioni, noi le partite di Qatar 2022 che le vediamo a fare?
Ha ragione Guardiola: il calendario è folle, si gioca troppo, ci si allena poco e di conseguenza arrivano gli infortuni. È normale e logico che sia così.
Ma questo interessa a quelli lassù? Si chiede retoricamente Guardiola riferendosi a chi comanda il calcio e pensa ormai a quest’ultimo solo come ad un business.
La risposta la conoscete già.