Roma, 27 novembre 2022 – In questi giorni di mondiali, la vita mi ha portato a fare un breve giro in Europa.
In quelle terre dove molti nostri connazionali sono emigrati nei primi decenni del ‘900.
Il Belgio, la Germania, la Francia del nord-est e delle miniere.
E li, parlando con i nostri italiani all’estero e con i loro figli, che si sentono più italiani che belgi, francesi o tedeschi, capisci davvero quanto manca l’Italia in questi mondiali.
E che manca soprattutto a loro.
Che a te che vieni dall’Italia e che ti occupi di calcio, chiedono sempre la stessa cosa: “Ma perché l’Italia non c’è?”.
Oppure ti ripetono in via confidenziale: “Ma che vergogna che l’Italia non c’è “.
Perché per loro questa è la nostra assenza: una vergogna.
Che offende il loro orgoglio di sentirsi italiani all’estero.
Anche se in quell’estero ci sono nati e cresciuti.
Perché le loro radici sono le nostre.
“Ma possibile che ai mondiali ci sono nazionali semi-sconosciute e l’Italia no?”.
Già, sembra impossibile eppure è così…