Roma, 10 maggio – Nel giorno in cui la Juventus conquista la seconda finale di Champions League in tre anni, l’Inter dà il via all’ennesima rivoluzione estiva con il contestuale esonero dell’allenatore Stefano Pioli e l’annuncio di Walter Sabatini come nuovo direttore dell’area tecnica della squadra di Suning. Toccherà a lui scegliere l’allenatore del prossimo anno e molti pensano già a Luciano Spalletti, in rotta con la Roma e, soprattutto, il suo ambiente. Se son rose fioriranno …
Intanto nelle ultime tre partite di campionato la squadra sarà diretta dal tecnico della Primavera William Vecchi, che l’aveva già guidata nella partita di campionato casalinga con il Crotone e in quella di Europa League contro il Southampton in attesa dell’arrivo di Pioli al posto dell’olandese De Boer. Il caso interista è forse l’emblema di come ingenti investimenti siano inutili senza un attenta programmazione, che manca ormai in casa nerazzura dagli anni di Mourinho e dallo storico triplete del 2010. Sono tanti infatti i tecnici i giocatori e i dirigenti passati in questi sette anni per Appiano Gentile, nessuno dei quali è riuscito però a lasciare il segno con la casacca nerazzura. Significativo il caso del brasiliano Gabigol acquistato e strapagato negli ultimi giorni del mercato estivo del 2016 non riuscendo mai tuttavia a lasciare un segno né sotto la gestione Pioli, né con De Boer, finendo sistematicamente con lo scaldare la panchina dello stadio di San Siro.
L’unica speranza per i tifosi dell’Inter riguarda il fatto che finalmente i facoltosi proprietari cinesi prendano spunto dal management della Juventus che nell’anno dell’ennesimo fallimento neroazzurro si è affermata come potenza calcistica europea. Ed è forse questa la beffa maggiore per i tifosi interisti: che siano proprio i rivali bianconeri a mettere a segno uno storico triplete dopo l’unico precedente dell’Inter di Mourinho e Moratti.