Partita indirizzata su uno squilibrio di valori, almeno sulla carta, in favore dei rossoneri che però non hanno dominato la gara e questo per merito dei “grigi” alessandrini che hanno interpretato la partita con alto senso di sportività ed abnegazione non dando mai la sensazione che ci fossero due categorie di differenza.
Esodo di più di diecimila tifosi da Alessandria verso Torino a sostegno di un sogno che, almeno teoricamente, lascia ancora qualche speranza nell’ottica del ritorno del primo marzo al Meazza e dal punto di vista milanista dobbiamo dire che al di là del rigore, trasformato da Balotelli, c’è stata una gestione conservativa dell’andamento del match dovuta probabilmente al nome dell’avversario ed al pensiero del decisivo derby di campionato di domenica prossima.
Mihajlovic schiera Luiz Adriano insieme a Balotelli ma è una forza d’urto molto relativa, quasi un’entità astratta, surrogata da una discreta partita della difesa e di Honda che ad inizio ripresa si è mangiato un goal clamoroso. Da parte alessandrina l’evocato Bocalon, entrato nella ripresa, ha provato a spaventare i rossoneri memore dei colpacci contro Genoa e Spezia, ma a parte le varie suggestioni niente si è verificato.
La sfida che storicamente riguardava Rivera, come ricordato in presentazione, lascia ancora una flebile speranza per gli uomini di Gregucci che incassa i complimenti del caso e si proietta verso la speranza di una promozione in serie B.
In seconda serata grande sfida allo “Stadium” di Torino tra la Juve e l’Inter, vedremo se come a Napoli i nerazzurri di Mancini saranno capaci di ribaltare il pronostico.
