Roma, 22 giugno 2020 – Ci risiamo: vita nuova, calcio vecchio. Con la ripartenza calcistica a porte chiuse, aveva fatto scalpore la prova teleguidata e Milan. Ricordiamo, nello spazio di due minuti: rigore a favore dei bianconeri (palo di Ronaldo) ed, immediatamente a seguire, espulsione di Rebic che lasciava il Milan in dieci per 5/6 della partita.
Successivamente le conduzioni “autonome” di Gianluca Rocchi in Napoli-Inter e quella di Daniele Doveri nella finalissima all’Olimpico romano fra Napoli e Juventus, avevano riassicurato chi temeva un andazzo teleguidato e collettivo della semplice partita di calcio.
Bologna-Juventus… è invece proprio lui, Gianluca Rocchi, ha tradito queste rosee aspettativa comportandosi proprio come Orsato, da Ponzio Pilato, assegnando alla Juventus un nuovo rigore per un fallo che lui non aveva visto, accettando di rifugiarasi presso il VAR, alla moviola. Uno strumento tecnico che infallibile non lo è affatto. Ma che lo diviene solo se il giudizio umano del Var – e della di lui struttura – riesce a trovare “il pelo nell’uovo”.
Cosa facilissima se si va ad esaminare ogni fase scaturita da calcio d’angolo. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Infatti Rocchi esaminando la scena che lo aveva in diretta portato ad una punizione in favore del Bologna per un fallo di Rablot su Dijks, scopre una modesta trattenuta di Debswill su De Light.
Si ravvede dunque guardando il Monitor e cambia la decisione: concede il calcio di rigore alla Juventus.
Una sequenza davvero allucinante, alla Hitckock. Un film terror in cui non ci riesce a raccapezzare. Mostrare di essere capaci di smentirsi! Quale grado di sublime personalità! Il tutto alla faccia del povero Bologna e, soprattutto, in tempo di stadi deserti: ci si può permettere il lusso di fare e disfare e meravigliare.
Anche perchè, forse, l’epilogo è scontato. È notorio dalle statistiche che, nelle circostanze, i più colpevoli sono i difensori perchè l’impatto avviene fra chi dinamicamente avanza e chi è fermo arroccato
Altra cosa è il giudizio sul piano del fuori gioco dove la moviola può disegnare la linea fatale senza possibilità di equivoco, al centimetro. Tutte le altre fallosità – i tocchi di braccia, le intenzionalità, la pericolosità – sono filtrate da sostanziale valutazione umana.
Qui entra in gioco la caratura effettiva dell’arbitro. Il quale deve essere in grado di interpretare l’accaduto assumendosene le responsabiltà di valutazione prima che si arrivi all’intervento dello strumento tecnico.
Rocchi, questa volta, pur non avendo visto nulla di particolarmente eclatante nell’assembramento dell’area di rigore bolognese di fronte alle proteste (per altro poco convinte) di parte juventina, ha deciso, a scanso di equivoci, di affidarsi al Var. Da autentico Ponzio Pilato. Lavandosene le mani. Recitando la ormai consueta sceneggiata.
Il resto ha importanza solo nelle discussioni al bar.
Se l’entità del contatto fosse fallosa o meno? Se De Jong avesse o meno recitato? Hanno tutte una importanza veramente relativa. Dalla TV, tutti hanno potuto notare apertamente che spinte e trattenute fra bianconeri e rossoblù erano sicuramente poca cosa rispetto alla normalità. Anzi, forse proprio per questo, la trattenuta del giocatore del Bologna ha potuto ed essere annotata nel contesto e la eventuale fallosità dolosa essere percepita da Rocchi successivamente sul monitor.
Il che non è stato.
In verità, se si andasse ad esaminare alla moviola quanto accade in occasione di ogni calcio d’angolo, il metro adottato nella circostanza da Rocchi, porterebbe a tanti calci di rigore quanti calci d’angolo vengono assegnati.
Ma il punto ancora non è questo. Passi, dunque, il criterio severo e tecnologico che Rocchi ha usato, ma solo in quella circostanza.
Invece, chi non ne ha fatto una questione, è stato il tecnico bolognese Mihailovic che, parlando con rispetto dell’arbitro ed – elogiandolo per la sua direzione di gara, anche nella circostanza tecnica del rigore – si è limitato solo a sottolineare questo particolare aspetto: “Voglio vedere se, su calcio d’angolo per noi, ci danno un rigore così!?”
Quesito più che legittimo. Rovesciamo la domanda ipotizzando che la vicenda – esattamente come si è svolta – fosse avvenuta nell’area di rigore bianconera.
Al Bologna sarebbe stato accordato il calcio di rigore? Ovvero sarebbe stata innestata la lunga procedura che ha portato lo stesso arbitro fiorentino a ritornare sulle posizioni da lui acquisite in precedenza?
In tempi di sondaggi sarebbe interessante porre questo quesito a tutti coloro che hanno visto la partita in TV. E sono milioni.
Forse anche qualche juventino risponderebbe sinceramente di no. Forse anche lo stesso Rocchi avrebbe qualche dubbio sul proprio agire.
Insomma, per l’ennesima volta, è possibile che la Juventus in Italia faccia il nobile cammino che gli compete senza che qualcuno si senta obbligato a concedergli favori non richiesti. Benefici che, sostanzialmente, la danneggiano anzichè favorirla.
A Bologna, trascinato da un Dybala restaurato dal contagio Corona Virus, la Juve avrebbe sicuramente vinto la partita e restituito morale alla società ed allo stesso Sarri, mostrando di essere sulla strada buona per superare un indubbio stato di crisi.
Non si vive , infatti, soltanto di classifiche e dei 4 punti di vantaggio momentaneo nei confronti della Lazio. Si vive anche di dimostrazioni di valore oggettivo che ancora la squadra non mostra, cominciando proprio da Ronaldo: avesse sbagliato di nuovo (dopo dieci giorni ) pure questo strano rigore, davvero sarebbe stata una calamità.