Serie A. Corsi e ricorsi rossoblu

Il Genoa di Gasperini sullo orme di quello di Bagnoli.

Roma, 3 novembre – Alzi la mano chi, ad inizio campionato, si aspettava di ritrovare il Genoa al quarto posto alla decima giornata. E invece il Grifone è lì, insieme al Napoli, a ridosso della Samp (che ha appena un punto in più) e a quattro lunghezze dalla Roma. Roba da far girare la testa a tutti, ma non a Gasperini, o meglio, a “Gasperson”, come ormai lo hanno ribattezzato in città, per questa carriera che si sta legando sempre più al Grifone proprio come quella di Alex Ferguson si è unita al Manchester United. Lui inventa moduli, ricicla i giocatori cambiandogli il ruolo a seconda delle esigenze tattiche della squadra e lancia giovani che, da belle speranze quali erano, diventano solide realtà. L’anno scorso è stata la volta di Perin e Sturaro, oggi è quella di Falque e Mandragora. E l’ottimo lavora del tecnico ricorda a molti quello che da queste parti svolse un altro faticatore della panchina all’inizio degli anni ’90, Osvaldo Bagnoli, l’ultimo capace di portare il Genoa al quarto posto in campionato (1990-91). Le similitudini tra quella squadra e questa, d’altronde, sono già molte. A parte quelle tra i due mister che abbiamo citato, ci sono l’appoggio ad un centravanti d’area che segna costantemente e ci mette sempre il fisico (Skuhravy ieri, Matri oggi), una difesa imperniata su vecchi bucanieri mai domi come erano, allora, Signorini e Collovati e come sono, oggi, Burdisso e Roncaglia e i prodotti di un vivaio sempre florido, come i succitati Sturaro, Perin e Mandragora che ricordano gli Eranio e i Torrente di quei tempi. Poi c’è Pinilla, genio e sregolatezza sudamericana come quelle dell’Aguilera di ieri, anche se quest’ultimo era titolare e il cileno, invece, lo è solo a tratti. In un campionato livellato verso il basso, nel quale spesso anche le grandi squadre soffrono e stentano contro quelle di fascia media o della zona salvezza, per il Grifone, reduce da tre successi consecutivi, sognare è lecito. A patto che questi sogni non si tramutino troppo presto in voli pindarici. Ma a tenere tutti con i piedi per terra ci pensa lui, “Gasperson”, proprio come faceva Bagnoli nel 1990-91, quando il suo Genoa cominciò a volare vincendo il derby con la bomba di Branco nel turno successivo a quella domenica in cui il tecnico aveva rimproverato i tifosi per i troppi mugugni che sentiva allo stadio intorno alla squadra. Lo stesso sfogo che Gasperini ha replicato dopo il pari interno con l’Empoli e che ha provocato la medesima reazione di allora da parte dei giocatori: tre vittorie su tre, due nel Nord-Est ed entrambe in rimonta (a Verona con il Chievo e a Udine) intervallate da quella casainga, indimenticabile, contro la Juventus.

 

 

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