Dunque stasera Spalletti richiama Totti dal primo minuto. Perché questo ennesimo ripensamento?
Per una testa dura come quella di Spalletti – che segue solo la logica dell’esaltazione della propria figura – ancora l’obbligo di rivedere le proprie posizioni, forse anche per salvare la propria poltrona.
Noi dubitiamo che abbia seguito l’Australian Open di Tennis che hanno dimostrato ancora una volta di cosa sono in grado di fare talenti sportivi purissimi e stagionati. Ed anche indicato il come ed il perché di tali prestazioni.
Lo spettacolo sportivo offerto dalla finale Federer-Nadal (67 anni in due) è stato uno degli spettacoli sportivi più esaltanti degli ultimi tempi. In due settimane a Melbourne i due campioni prima hanno sbaragliato il campo dei nuovi primi della classe ( Andy Murray, Novak Djokovic, Stan Wawrinka, Milos Raonic eccetera) e delle nuove star come l’austriaco Dominic Thiem, in sfibranti partite spesso sui 5 set e le oltre 3-4 ore. Quindi hanno disputato una finalissima dai contenuti tecnici, agonistici ed emozionali assolutamente storici. Chi ha assistito al match dal vivo od in TV serberà il ricordo per sempre.
Alla fine si è affermato proprio il più anziano. Roger Federer, 36 anni. Al termine del quarto set sembrava spacciato sul piano atletico, dopo 3 ore di combattimento. Ed, invece, facendo appello alle risorse mentali (ed all’intervento del massaggiatore) ed al Servizio, dopo aver annullato tre match-ball a favore di Rafa Nadal, alla fine ce l’ha fatta proprio lui.
Quanto è successo è esemplare e la dice lunga sulle risorse di un campione anche stagionato. Lui che ha vinto tutto, ha guadagnato e guadagna montagne di quattrini, ed è stato per molti anni il numero uno assoluto, non si è vergognato di nascondere le lacrime e di pronunciare parole davvero esemplari sportivamente: “Dovrebbero introdurre una nuova voce nel tennis ‘parità ex aequo’, perché Rafael ha meritato di vincere il titolo”.
Dunque c’è anche tantissimo orgoglio dietro il Grande Campione che non è valore da poco.
Noi dubitiamo che il match di Melbourne abbia offerto a Spalletti l’ennesima dimostrazione che un atleta ( ed uno che vive da atleta) negli anni vede aumentare la propria resistenza organica anzichè vederla dimunuire. Il calcio è sport che necessità di resistenza organica anche più del tennis sui 5 set. Un calciatore percorre anche 14 chilometri in una partita. Siamo sul terreno dei corridori di fondo, insomma.
Un atleta come il 40enne Totti non ha nulla da invidiare ad un ventenne sul piano della resistenza organica, anzi. Mentre,al contrario, ha molto da invidiare sul piano della brillantezza, dello smalto, dello sforzo muscolare di velocità, di resistenza alla velocità. Cioè il terreno che offre a Totti le condizioni più sfavorevoli per esprimersi.
Insomma, la Roma volutamente gioca al buio per quasi tutta una partita, vivendo di occasionali sprazzi dei suoi Nainggolan e Dzeko, per poi accendere la luce negli ultimi minuti. Rinuncia consapevolmente alle proprie carte migliori per buona parte della partita.
Alla resa dei conti Il tecnico commette due leggerezze. La prima quando chiede a Totti prestazioni a lui non congeniali, confidando., però, sulle sue magie tecniche. La seconda quando offre l’inventiva del Capitano quando i compagni hanno ormai logorato la propria brillantezza e la propria lucidità od esaurito la carica.
Certo, tutto si può imputare a Spalletti meno che non abbia un cervello assai fino. Questa realtà alla fine l’ha capita. Ed allora cosà si inventa? Fa entrare a 13’ dal fischio finale assieme a Totti il freschissimo e brillante El Shaarawy.
Teorema: Totti lancia ed El Shaarawy realizza!
Sembra facile! Una ingenuità disarmante! Che fa i conti senza gli osti, ovvero gli avversari che in quella manciata di minuti si inventeranno di tutto per perdere tempo. Dunque quelle 4-5 situazioni da rete che Totti che comunque ha creato contro la Samp nel breve lasso di tempo, non sono state sufficienti ad incidere. Diversamente andò alla andata contro la brava squadra di Giampaolo Samp all’Olimpico quando la mossaavvenne all’inizio della ripresa e l’ingresso del Pupone ottenne il rovesciamento del risultato.
Vogliamo mettere mettere cosa potrebbe realizzare la Roma illuminata fin dall’inizio con tutti i giocatori al meglio della condizione.?
Troppo semplice. Ma allora l’allenatore che cosa ci sta a fare!?
Questa sera contro il Cesena siamo curiosi di vedere come and ranno le cose. Un passo falso contro il Cesena in vista della Semifinale-derby contro la Lazio di Coppa Italia non è nemmeno ipotizzabile.
Parlando della Lazio, questa dal canto suo deve rivolgere un grande grazie ad un tecnico in vena di imitare il collega in giallorosso. Parliamo di Stefano Pioli.
Come è stato detto e ridetto il limite comune di molti bravi allenatori è quello, ad un certo punto, di montarsi la testa. Così, Pioli, dopo 9 successi consecutivi fra campionato e Coppe decide che dentro di sé è rimasto attaccato alla maglia della Lazio.
Per stupire decide , così, di lasciare in panchina i suoi pezzi più pregiati, Icardi e Joao Mario, senza i quali l’Inter non segna e non gioca. Schiera in campo i vari Palacio, Banega (che affare sbagliato) Kondogbia ( altro affare sbagliato) e rischia di perder con un punteggio tennistico di 6-0.
La mossa presuntuosa, però, consente di far apprezzare alla grande platea italiana un giovane centrocampista talentuoso,senza complessi, con due piedi, grinta e spirito di iniziativa (deliziosa la sua verticalizzazione per il gol di Immobile). Un tipo alla Verratti con fisico più atletico che cresce alla scuola di biglia. Si chiama Alessandro Murgia, classe 1996.