Messico: una qualificazione in extremis nella stagione della confusione
Il CT Herrera è stato il quarto allenatore scelto dalla Federazione durante le qualificazioni ai Mondiali brasiliani: un anno confusionario con una speranza che si chiama Hernandez.
La selezione messicana fa tirare un sospiro di sollievo ai propri sostenitori il 20 Novembre al Westpac Stadium, Wellington, quando col triplice fischio il signor Brych sancisce definitivamente la partecipazione della squadra di Herrera ai Mondiali in Brasile. Certo, pochi avevano paura della Nuova Zelanda a Città del Messico e dintorni, e il risultato complessivo di 9 a 3, tra andata e ritorno dei playoff, fa capire anche il perché. Comunque quella pre-Mondiale rimane una delle stagioni peggiori del Messico che dal 1990 non manca una partecipazione ad un Campionato del Mondo.
Nella sua decennale storia, nascita ufficiale datata 1930, il Messico si è tolto più di qualche soddisfazione, calcisticamente parlando, e si è imposta come maggior potenza centroamericana calcistica. Certo, ha dovuto subire lo smacco di essere eliminato nel derby continentale contro gli USA in Corea e Giappone nel 2002, ma da sempre è portatrice di un calcio misto e interessante che tende allo stile sudamericano, ma con tanta grinta e determinazione. Nel 2010 per larghi tratti sorprese tutti, arrendendosi solo all’Argentina in una partita che non ha indotto il popolo messicano ad amarci molto a causa delle scelte, discutibili, dell’arbitro Rosetti e il suo assistente Ayroldi.
La qualificazione al Mondiale che sta per partire è stata comunque una delle più difficoltose: la Federazione ha cambiato ben quattro allenatori in sei settimane tra ottobre e novembre scorso per tentare d’invertire una rotta che si faceva pericolosa. Alla fine il CT Herrera, subentrato poco prima dei playoff a Vucetich, l’ha spuntata e si è guadagnato la conferma per la competizione mondiale. Di lui si sa poco, ha allenato e giocato sempre in patria arrivando anche a guidare i più noti Atlante e America , ma le sue idee sembrano chiare: tanti giocatori esperti e soprattutto valorizzare le leghe nazionali. Sedici convocati provengono infatti dal campionato messicano. A guidare la difesa il veterano Rafael Marquez, ex Barcellona, insieme agli esperti terzini Guardado e Salcido. Il centrocampo rappresenta il rebus più grande mentre il reparto offensivo si appoggerà ancora una volta al Chicharito Hernandez nonostante la stagione negativa in quel di Manchester, sponda Reds. A supportarlo l’estro di Giovani Dos Santos e i gol di Peralta che alle Olimpiadi di Londra segnò una doppietta al Brasile di Neymar andandosi a prendere la medaglia d’oro. Chissà se proprio il destino ha voluto che i due si rincontrassero due anni dopo per un’affascinante rivincita.
Sicuro è che per i 23 messicani sarà un ritiro e un mondiale, quello in Brasile, da vivere in solitudine: “Niente sesso in ritiro, per 40 giorni mica si muore…” ha affermato Herrera entrando nella schiera di quelli che non vedono di buon occhio l’attività sessuale durante le competizioni importanti.
“Ci sono persone di 20 o 25 anni che arrivano al matrimonio vergini…” ha aggiunto il mister.
Forse qualcuno tra Hernandez & co. già non vede l’ora di tornare a casa da mogli e compagne.
Il Messico è inserito nel girone “A” con Brasile, Croazia e Camerun.