Calcio
Roma chieda i danni a Strootman
Roma, 7 dicembre 2016 – Non centra essere romanisti o laziali. Siamo di fronte ad un fatto di rara gravità di civiltà sportiva. Potrei enumerare, infatti, decine e decine di testimonianze di sostenitori giallorossi allibiti e scandalizzati dall’aver vissuto un episodio dai contenuti davvero imbarazzanti. Uno spettacolo avvenuto sotto l’occhio di milioni di spettatori di tutto il mondo. L’unica, parziale consolazione è che il protagonista, Kevin Strootman, non fosse un calciatore italiano, ma un esponente di quella cultura nordica che spesso viene additata e riverita come culla di civiltà e sportività, appunto l’Olanda.
Entrare nei dettagli di un episodio che parla da solo è solo un esercizio dialettico che si lascia ai professionisti del mischiare le carte. Occorre stare ben fuori dai se ed i ma.
Il fatto, invece, deve essere considerato nella sua semplice evidenza, una sceneggiata macchiata da mortificante viltà.
Un calciatore è un uomo come chiunque altro. Sotto stress può perdere la testa. Questa trance agonistica può produrre valori altamente positivi, come nel caso di Mandzukic in Juve-Atalanta . Nel caso del derby, invece, di Strootman si è incalanata in chiave negativa.
Umanamente, può starci così anche il gesto irrisorio della spruzzata di acqua nei confronti di Cataldi. Quello che non è accettabile è la viltà successiva. La sceneggiata di fingersi gravemente colpito e precipitarsi al suolo per evitare le conseguenze della propria precedente provocazione: vuoi che fosse fisica bagarre, vuoi che fosse una sanzione arbitrale. Atteggiamenti da bullo di quartiere non da sportivo professionista. Un uomo vero deve avere il coraggio di affrontare le conseguenze del proprio agire, le proprie responsabilità. È stata questa viltà speculativa che ha sorpreso negativamente tutti, soprattutto gli sportivi.
Immaginiamo che in un campo da rugby, specie ad altissimo livello come il derby, sarebbero stati gli stessi compagni di gioco a stigmatizzare il reo ed a prendere le distanze successivamente. Avrebbe dovuto essere lo stesso allenatore ad invitare l’autore di questa atto pusillanime ad uscire dal campo ed a sostituirlo. O perlomeno avrebbe dovuto stigmatizzare, assieme alla società, a bocce ferme.
Al contrario, conosciuta la giusta sanzione di squalifica, la Roma protesta e chiede la revisione delle due giornate di squalifica. Avrebbe, piuttosto dovuto multare Strootman per i danni provocati dalla sua assenza nelle prossime cruciali partite contro Milan e Juventus.
Alcune notazioni finali. La prima. L’altarino della sceneggiata è stato rilevato grazie alla osservazione delle riprese televisive a bocce ferme. A partita terminata.
Sempre riferendosi al rugby. Qui l’arbitro TV interviene subito e prende i provvedimenti richiesti. La simulazione di Strootman , che ha provocato due giornate di squalifica, avrebbe comportato la sua immediata espulsione lasciando la Roma in dieci.
A ben vedere c’è anche un aspetto molto positivo da rilevare nell’’accaduto. Per la prima volta, una sottile ed astuta simulazione come quella realizzata da Strootman, viene sancita con la giusta severità, in quanto slealtà e viltà ANTISPORTIVA.
Bisogna farne onore a chi è stato autore di questa importantissima svolta. Bisogna darne merito ed immortalarne anche nome e cognome. Il Giudice Sportivo si chiama Gerardo Mastrantonio. Speriamo solo che non sia un caso isolato. Perchè allora avrebbero ragione in casa giallorossa a protestare.
Potrebbe essere , invece, l’inizio in Italia di una nuova stagione. Quella che mette al bando tutte quelle deprimenti e tollerate sceneggiate che avvelenano quotidianamente tutti gli stadi italiani.