Arbitro, Strootman… sempre gli stessi eroi della simulazione

Roma, 30 aprile 2017 – Roma 7 dicembre 2016. All’Olimpico è in programma il Derby di andata del Cupolone. Al 25’ della ripresa, Kevin Strootman approfitta di uno svarione difensivo di Wallace e segna   la rete dell’1-0 per la Roma. Non soddisfatto del gol  mentre sugli spalti e sul campo la gente giallorossa esulta si avvicina alla panchina della Lazio con una bottiglia di acqua minerale spegne i bollenti spiriti del  laziale Cataldi per allontanarsi di corsa. Il giocatore laziale tenta di raggiungerlo, ma prima che possa  “lavare l’onta”,  trova che il nazionale olandese in forza alla Roma è piombato a terra rotolandosi dai dolori. Sopravviene l’arbitro Banti che espelle l’innocente Cataldi ed ammonisce Strootman  per provocazione.  Cataldi fu poi squalificato, mentre Strootman  alla luce del filmati fu anche lui squalificato, per la simulazione non vista da Orsato, dal Giudice Sportivo Gerardo Mastrantonio.

Per l’occasione  questo giornale pubblicò il commento  “Roma chieda i danni a Strootman“, poichè questa squalifica avrebbe lasciato la Roma senza un giocatore chiave alla vigilia di incontri decisivi.

Per la cronaca, la Roma fece ricorso che fu accettato  dalla Corte D’Appello Federale perché, la simulazione,  pur essendo stata accertata  dalla TV,  non poteva essere considerata prova perché non percepita dall’arbitro. Una  questione di lana caprina…

Roma 30 aprile 2017, stesse squadre  Roma-Lazio nel derby della Capitale, celebrato alla stessa ora in cui compare il Papa a San Pietro (ma era in Egitto). Stessi protagonisti  (un arbitro,  Daniele Orsato; l’Olandese Volante Kevin Strootman, il brasiliano biancoazzurro Wallace Fortuna (mica tanto!) Dos Santos.

Siamo allo scadere del primo tempo. La Roma  tenta un  forcing per risalire lo 0-1 in favore della Lazio. Il pallone ballonzola fra un mucchio di piedi nei pressi dell’area piccola biancoazzurra. Ad un certo punto si nota Strootman  precipitare al suolo come fosse stato falciato   da una enorme roncola. Vicino a lui è ancora Wallace che subito si guarda attorno  con le mani alzate ad indicare “io non centro”. Ma già il perentorio Orsato è giunto con il dito puntato sul dischetto  del rigore, ammonendo il capitano laziale Biglia. Danno più beffa…!

De Rossi realizza l’1-1. Totti finisce di scaldarsi. Termina il primo tempo.

Il resto è cronaca. Lassù ogni tanto c’è qualcuno che raddrizza gli errori del calcio. In precedenza  Orsato aveva anche ignorato un netto fallo da rigore subito da laziale Lukaku. Nella ripresa la rara nemesi pallonara arriva prima con un tiraccio sparacchiato da Basta che viene deviato nella rete giallorossa dalla schiena di Fazio. Poi, ancora,  da un rapido contropiede di Lulic che manda ancora Keita in rete per il 3-1 finale.  Gli ultimi 15 minuti giocati da Totti sono ormai il consueto affronto verso il giocatore e il pubblico. Cose da cronaca.

Qui si vuole, invece,  richiamare l’attenzione sui contenuti etici e sportivi che spesso inquinano il fatto sportivo. Sono essenzialmente due.

Strootman ha di nuovo eseguito una simulazione degna dei migliori Circhi Equestri. Orsato ed i suoi collaboratori di linea ci sono di nuoco cascati in pieno. Un giudice di porta era appostato a non più di 3 metri dal fatto.

Come venne evidenziato  nel Dicembre scorso,  è sorprendente che atteggiamenti così poco sportivi provengano da personaggi di una  cultura nordica così attenta  all’etica sportiva.  Forse è proprio per questo che  gli arbitri italiani ci cascano in pieno tutte le volte.  Eppure quella simpatica faccia da orco che si ritrova, dovrebbe introdurre qualche dubbio.

Ora, però, è da aspettarsi che,  giudicando Biglia per l’ammonizione il Giudice Sportivo       (ed anche la Corte d’Appello) alla luce dei filmati che verranno esaminati , trovi modo per sanzionare in modo giusto l’accaduto.

Tanti sono convinti che gli arbitri siano tutti in buona fede, onesti, ligi animati di buoni sentimenti e volontà positive. La sudditanza psicologica, il fattore campo, possono influenzare, ma sono situazioni psicologiche difficili da controllare. Anche gli arbitri, come tutti, possono sbagliare in buona fede. Ma  l’incapacità è un’altra cosa e non può  essere ignorata.

Ma  in qualunque mondo ci si trovi,  chi sbaglia deve pagare. Altrimenti  si continua a sbagliare allegramente. Però  portando  a casa cifre (per la prima fascia come Orsato) attorno ai 200.000 Euro all’anno che, per un dilettante che lo fa part-time accanto all’occupazione principale, non sono bazzecole. Sono 16 mila euro al mese.  Si tratta di cifre ufficiali pagate dalla Federazione: 80.000 euro di stipendio. 3.800 a partita (mediamente 20), 4.800 ogni match internazionale, 200 euro al giorno di indennità spostamenti. Più i molti bonus per le svariate partecipazioni  non da arbitro centrale.

In Inghilterra gli arbitri sono professionisti e stanno molto attenti a non fare errori perché altrimenti sono problemi…. In Italia, invece, ci si può permettere anche atteggiamenti strafottenti…

Siamo curiosi di vedere come questa vicenda andrà a finire. Nel derby di andata nessuna conseguenza per gli strafalcioni di Banti.

Nel frattempo la Juve con 9 punti di vantaggio sulla Roma può andarsene a Montecarlo con lo scudetto già praticamente cucito sulla maglia bianconera, prima tappa per  raggiungere il prestigioso Triplete: Campionato, Coppa Italia, Champions.

Exit mobile version