Il bomber argentino spiega come la società bianconera non debba temere il passaggio dal condottiero Conte al nuovo mister Allegri, dimostrando la forza del gruppo
Vinovo, 23 luglio – Dopo Agnelli, la parola sul dopo-Conte passa alla stella della Juventus, il bomber Carlitos Tevez. L’Apache, intervenuto in conferenza stampa a Vinovo, ha trattato tutta una serie di temi caldi che stanno caratterizzando il chiacchiericcio dell’ambiente bianconero. Iniziando a proposito del nuovo allenatore Allegri, Tevez ha ammesso che non conosceva i metodi di lavoro del livornese, dicendosi ora “felice, perchè penso che stiamo lavorando bene”. Parlando nel dettaglio dell’addio di Antonio Conte, l’attaccante argentino ha spiegato come i giocatori della Juventus dovranno ora compattarsi e dimostrare che gli scudetti conquistati non erano solo merito del tecnico salentino.
Ulteriore tema trattato da Tevez è stato quello dell’ipotesi Mancini al timone della Juventus, ipotesi che lo stesso Apache, secondo indiscrezioni, aveva condizionato in negativo con la società. Secca la risposta del bomber argentino a questo presunto outbreak di informazioni: “Non credo che la società si faccia influenzare dal parere di un giocatore, ed io non ho mai parlato con Marotta. Penso che la società si basi sul rispetto, ecco perchè anche chi scrive deve avere rispetto.” Tevez ha chiuso con una raffica su vari temi, spaziando dal capitolo-Vidal (“è un campione, per ora non possiamo dire nulla ma spero che resti”) alla sfida con Roma e Napoli in campionato (“se loro sono meglio di noi lo deve dire il campo, i Campioni d’Italia in carica mi pare che siamo noi”), lasciando poi spazio alle sue considerazioni sull’Argentina, finalista delusa di un Mondiale che ha visto proprio in Tevez una delle sue defezioni principali. “Abbiamo giocato meglio della Germania ed abbiamo perso solo perchè la palla non è entrata. I miei sentimenti sono difficili da spiegare.. L’idea di poter vincere, da argentino, c’era davvero”.
Idea che caratterizzerà, chi scrive ne è certo, anche il 2015 di Tevez e della Juventus, con o senza Antonio Conte.