I blancos s’impongono per 4 a 1 nella finale di Champions. Atletico in vantaggio fino al 93esimo, poi la rimonta degli uomini di Ancelotti.
Lisbona, 25 maggio – Il Real Madrid di Ancelotti trionfa a Lisbona davanti a sessantamila spettatori e conquista finalmente la tanto inseguita “decima”. Il risultato finale, 4 a 1 per le “merengues”, può portare coloro che non hanno assistito allo spettacolo ad una partita a senso unico con un Atletico schiantato dalla corazzata di Ronaldo & compagni. In verità, fino al terzo minuto di recupero del secondo tempo, Simeone aveva le mani sulla coppa dalle grandi orecchie. Un 1 a 0 firmato dall’eroe delle partite decisive, Godìn, ancora una volta di testa su calcio piazzato. Rete figlia della regola sacra “gol sbagliato, gol subito”: pochi minuti prima Bale aveva lanciato il primo squillo, in una partita fino a quel momento tesa, ma avara di reali occasioni da gol, con un inserimento in area e un tiro fuori di poco. Ancora prima (dopo solo 8 minuti dall’inizio della partita ndr) aveva dovuto abbandonare di nuovo il campo uno sconsolato Diego Costa, ormai rassegnato al fatto di essere alle prese con un problema muscolare abbastanza serio.
Ferito nell’orgoglio il Real si lancia in un assalto che durerà praticamente tutta la partita, con un gran possesso palla, ma poche idee forse anche per l’assenza a centrocampo di un certo Xabi Alonso, dal volto tirato in tribuna, vero metronomo della formazione madrilena. I colchoneros si difendono con ordine e le occasioni del Real si contano sulle dita di una mano: Benzema appare spento, Bale sbaglia molto, Ronaldo evidenzia i limiti di forma derivanti da un recupero in extremis.
Pochi ci avrebbero creduto, ormai al 93esimo, ad una rimonta del genere. D’altronde, e gli amanti dell’amarcord ricorderanno, non è la prima volta che la finale di Champions ci regala emozioni del genere: chiedete informazioni al Manchester United del ’99 che nei due minuti di recupero concessi ribaltò il risultato andando addirittura a vincere.
Stavolta il gol di Ramos non regala subito la vittoria, ma fa esplodere il popolo del Real, panchina compresa, in un urlo di liberazione: Ancelotti scende all’inferno e risale in un momento solo di estasi vera. Ancora un colpo di testa e ancora una volta di un difensore. L’Atletico vacilla e la stanchezza che già aveva fatto notare negli ultimi scampoli di partita diventa evidente.
Il primo tempo supplementare non regala grandi emozioni se non qualche scambio in velocità tra Marcelo, subentrato a Coentrao nel secondo tempo, e Di Maria, di gran lunga il migliore dei suoi.
Proprio una serpentina dell’argentino nel secondo tempo supplementare spiana la strada della gloria ad Ancelotti: il suo tiro viene parato da Courtois, ma sulla ribattuta si presenta Bale, fortunato nell’infilare il sette con un colpo di testa. La gioia dei blancos può finalmente esplodere ora che, davanti ad un Atletico sulle gambe e frastornato, la maledetta “decima” pare ad un passo. C’è spazio per il terzo gol di Marcelo, tiro all’angolino, e il sigillo di Cristiano Ronaldo su rigore. Prima del triplice fischio c’è posto anche per un po’ di tensione tra il Cholo Simeone e il giovane difensore del Real Varane, reo di aver tirato una pallonata verso la panchina dell’Atletico.
Poi solo festa in campo e fuori. Il Real è campione di Europa per la decima volta. Chapeau!