Al contrario la Juventus ha sgombrato il terreno da ogni ostacolo: in coppa Italia è in finale contro la Lazio, in Campionato viaggia con 6 punti di vantaggio sulla Roma a sei giornate dalla fine.
Se può ora tranquillamente guardare ad un futuro storico ed al raggiungimento di un traguardo come il “triplete” (vittoria di Campionato, Coppa Nazionale e Champions) un grande grazie, però, lo deve rivolgere agli allenatori delle due uniche squadre italiane con il potenziale tecnico in grado di contrastare in patria il proprio cammino: Roma e Napoli.
Per come hanno gestito le due squadre nei momenti decisivi della stagione, Sarri e Spalletti sembrano gemelli. Entrambi straordinariamente dotati dal punto di vista tecnico ma entrambi vengono regolarmente traditi da un ego che guarda più al successo personale che a quello di squadra.
Le proprie idee, le proprie scelte sono sempre le migliori e devono essere difese fino alle estreme conseguenze. Anche andando contro corrente o contro le logiche.
Manca in entrambi quell’umiltà indispensabile per condurre fino in fondo il proprio gruppo. Per ammettere e correggere i propri errori. Insomma hanno entrambi lo stesso culto dell’infallibilità.
Tutto il contrario di Allegri il quale, tranquillamente ha totalmente rivisto a metà stagione il modulo tattico della squadra. E, senza preoccuparsi tanto di quello che i critici avrebbero detto o pensato, ha tranquillamente dato vita ad una Juventus a trazione anteriore. Ed ora viaggia a velocità da triplete. Mentre i suoi rivali annaspano ancora amleticamente fra tattiche e uomini.
Ma veniamo agli ultimi regali, gravi, di Maurizio Sarri e Luciano Spalletti.
Il Napoli, a cavallo del fine settimana scorso, ha avuto l’occasione al San Paolo di complicare la stagione della Juventus in un doppio confronto Campionato e Coppa.
La squadra stava bene, era motivata, ben messa fra i reparti, brillante, messa a punto nei precedenti impegni che guardavano alla doppia sfida.
Ma la voglia di stupire era in agguato. Ed ecco che, nella prima sfida, invece dell’ottimo ed affiatato Portiere Reina fra i pali compare la riserva, Rafael. Perché lo spagnolo finisce in panchina? Vattelapesca! La conseguenza non è da poco perchè la Juve, messa sotto dal Napoli, arriva dopo 7 minuti al gol con Khedira e la complicità del portiere di riserva. Per capirci, una rete che né Buffon né Reina avrebbero subito.
Ma i pasticci combinati da Sarri non finiscono qui e preludono ad altri pasticci da perpetrarsi anche in Coppa Italia il mercoledì successivo.
I Fatti. Il Napoli reagisce ottimamente al gol subito. Sospinta da un Hamsik superlativo, domina l’incontro e va anche in gol con lo stesso Hamsik. La Juve è in chiara difficoltà. Il Napoli appare prossimo al sorpasso con il passare dei minuti. Ma a sistemare le cose ci pensa Sarri. Non è dato sapere se consulta il notes su cui prende appunti continuamente. Gli è che al 30’ della ripresa, quando mancano i 15 minuti cruciali, manda Hamsik negli spogliatoi. Al Napoli si spegne la luce. La partita finisce qui ed è pareggio 1-1.
Allegri ringrazia. Perché questa decisione? Vattelapesca. E qualcuno non si azzardi a sostenere perché era stanco! Perché Hamsik fino a quel momento non aveva dato segno di alcuna crisi. Era in piena trance agonistica. Un giocatore nel suo stato di forma fisico e mentale si cambia solo se lo chiede lui stesso.
Qualcuno azzarda la teoria secondo la quale sugli appunti cui durante la partita pone spesso mano, Sarri si scrive tutte le mosse che deve fare: al minuto tot fare questo; al minuto tot più tot fare quest’altro. Eccetera.
Anche perché 3 giorni dopo, sempre al San Paolo, la semifinale di ritorno vive altre trovate da stupire da parte del tecnico nato a Napoli ma cresciuto in Toscana.
Contro la Juve la difesa napoletana aveva subito soltanto il gol procurato da Rafael.
Ma se non si cambia qualcosa allora l’allenatore che cosa sta lì a fare? Ed allora, oltre a sostituire Rafael richiamando Reina fra i pali, Sarri si inventa la mossa Chiriches difensore centrale in marcatura di Higuain relegando in panchina il l’affidabile Albiol. Niente di più sballato perché il difensore rumeno, lento ed impacciato, è il giocatore meno adatto a marcare il Pepita.
Il Napoli per accedere alla finale di Coppa deve vincere per 2-0, ma Higuain approfitta subito della debole marcatura di Chiriches e va due volte in rete Ogni volta rivolgendo, poi,il dito accusatorio per la sua cessione alla Juve verso Aurelio de Laurentis in tribuna.
Il Napoli, ancora una volta, manda in delirio il proprio pubblico reagendo con Hamsik e portandosi su -3-2 in vista di una clamorosa rimonta. Ma ci pensa ancora una volta Sarri a spegnere ogni luce inviando il miglior in campo, lo slovacco Hamsik, negli spogliatoi. Quando? Al 30’, vedi notes. Perché? Vattelapesca!!! Luce spenta per il resto dei minuti. Partita finita. Juventus in finale.